Oggi, con Cavallara, il suo nuovo progetto immerso nelle colline santarcangiolesi, Lucia compie un passo nuovo, e infatti, si mette in gioco in prima persona, dà volto e voce a un luogo che è molto più di uno spazio fisico.
Cavallara è un hub rurale, elegante e accogliente, composto da un b&b a tema musicale, un home restaurant e un parco verde per gli eventi, che si fa contenitore di esperienze olistiche, pratiche yoga, corsi e workshop di varia natura. Oltre alle iniziative culturali e residenze artistiche, tutte accomunate dalla ricerca della condivisione nella semplicità e nella qualità.
Il progetto ha preso forma in anni di silenzioso lavoro e da gennaio del 2025 pulsa di vita e incontri. Un luogo dal sapore d’altri tempi, con tocchi di essenziale eleganza, pensato per accogliere e far star bene.
Altrettanto interessante, la presenza di una ‘discoteca’ molto particolare. Una collezione privata di 13.000 vinili e cd, l’archivio storico dello Slego e del Velvet club di Rimini e fotografie d’autore che raccontano un pezzo di storia personale e collettiva.
Abbiamo incontrato la padrona di casa per farci raccontare il suo percorso, la nascita di Cavallara, e cosa significa oggi, per lei, accogliere.
D. Il suo percorso parte dai ruggenti anni del Velvet club, accanto a Thomas Balsamini, per poi approdare alla ristorazione ricercata tra Milano e Santarcangelo di Romagna. Ora con Cavallara si mette in prima linea, dopo anni dietro le quinte: com’è stato questo passaggio e cosa l’ha spinta a uscire allo scoperto?
R. “È stato un passaggio obbligato da vicende personali e dalla volontà di non rinunciare per questo a un sogno. Per tanti anni ho lavorato dietro le quinte, curando i dettagli, sostenendo progetti altrui, occupandomi di gestione d’azienda e organizzazione eventi.
Il Velvet, Carlo e Camilla in Segheria, Osteria da Oreste, Santabago e la Malvina sono state per me esperienze uniche, di valore e bellezza. Cavallara nasce proprio dall’intreccio di tutte queste esperienze. Infatti, è il primo progetto in cui metto nome, volto e cuore. Uscire allo scoperto ha significato accettare la fragilità che questo comporta e lavorare su me stessa per superare le insicurezze.”
D. Cavallara è un luogo che sembra sospeso nel tempo: colline morbide, semplicità, esperienze olistiche e una cura del dettaglio che racconta molto di lei. Come nasce questa idea e perché proprio qui, e chi ha progettato gli interni?
R. “Cavallara nasce dal desiderio di condividere un luogo, secondo me, straordinario e dalla necessità di far convergere vita famigliare, con tre figli da crescere, e lavoro. Casa e fucina creativa dove mettere a frutto le mie competenze e le mie passioni: la musica, il cibo, gli eventi, la coltivazione di fiori, la natura e l’accoglienza.
Thomas abitava già in questa casa quando ci siamo conosciuti e ricordo lo stupore e la meraviglia che provai la prima volta svalicando la collina in vista della casa. Un luogo immerso nella natura, sospeso tra il mare e la Valmarecchia.
Nell’ultima ristrutturazione del 2022, che ha coinvolto l’intero edificio, gli interni sono stati pensati e curati dall’amico e interior Alessandro Gotti con il quale abbiamo condiviso, per qualche anno, la bellissima esperienza di Santabago. Adoro e mi fido ciecamente del suo gusto innato e della sua ricerca della bellezza nell’essenziale.”
D. Ha una visione molto precisa dell’accoglienza, che va oltre l’ospitalità classica: è quasi una forma di racconto. Cosa significa per lei ‘accogliere’ oggi e in che modo Cavallara incarna questa sua visione?
R. “Si tratta di un progetto molto personale, nel quale mi sento a mio agio. Credo che questa naturalezza si traduca per gli ospiti in immediata famigliarità e senso di condivisione della storia. Desidero che Cavallara sia per gli ospiti un’oasi di pace e connessione con sé stessi. Un ‘luogo dell’anima’, come direbbe Tonino Guerra.”
D. Cavallara è anche un contenitore di esperienze: yoga, home restaurant, eventi curati e mai scontati. Cosa guida la sua selezione delle attività? C’è un filo conduttore tra tutte le proposte?
R. “In questa fase sono molto aperta alla sperimentazione e alla scoperta delle potenzialità del progetto. Cavallara non è un format ma un’esperienza che cresce e si modifica attraverso le relazioni e le energie che la attraversano.
Mi entusiasmo per ogni richiesta di collaborazione, evento o iniziativa che ricevo ma poi seleziono solo le attività nelle quali trovo cura, passione e professionalità, perché sono quelle che poi riescono a catturare il giusto target di ospiti: rispettosi, curiosi, empatici.”
D. Tra le tante anime di Cavallara ce n’è una che incuriosisce molto: una ‘discoteca’ d’autore con vinili rari e fotografie d’autore. Che ruolo ha la musica in questo progetto?
R. “La musica, a Cavallara, non è solo sottofondo: è una presenza viva, che custodisce memoria e accende immaginazione. Gli ospiti del b&b hanno a disposizione una consolle attrezzata per l’ascolto, un pianoforte e una chitarra.
Questa discoteca non è un vezzo nostalgico, ma una vera e propria dichiarazione d’amore per una stagione culturale che ha lasciato un segno profondo. Penso che condividerla sia il modo migliore per mantenere viva la memoria di Thomas.”