La passione di Francesca Bedei è nata quand’era ragazza, trasformata in lavoro con impegno e dedizione. Dopo la laurea in Economia e commercio, malgrado i genitori caldeggiassero un buon impiego in banca, decide di iscriversi a un master di Turismo alla Bocconi di Milano, per poi aprire l’agenzia a Ravenna insieme a un socio.
Un’agenzia a 360 gradi, quella di Francesca Bedei, con 10 dipendenti di grande esperienza, in grado di coprire un po’ tutti gli ambiti del viaggio, dal leisure, prevalentemente vacanziero di singoli, incentive e gruppi, al business travel, ossia trasferte di lavoro.
D. Francesca Bedei, dall’osservatorio di Millepiedi Viaggi che momento sta vivendo il turismo?
R. “Dopo due anni di boom quasi meglio del periodo pre-Covid, il 2025 sta marciando bene anche se c’è il grande punto interrogativo sulla situazione internazionale che pregiudica l’opportunità di prenotare con largo anticipo.
Non ci voleva: proprio ora che, dopo anni, eravamo riusciti a convincere i clienti italiani ad anticipare le prenotazioni per avere più benefici, cosa che accade puntualmente invece nel mercato tedesco e inglese.”
D. Ci sono prenotazioni per i prossimi mesi? Quali sono le mete più richieste?
R. “Abbiamo già diverse richieste per Capodanno e i mesi da gennaio a marzo, quando in genere si prediligono viaggi al caldo verso l’Asia, in particolare in Indonesia. Grande interesse c’è anche per Tanzania, Kenya e in generale l’Africa orientale, così come per Sudafrica, Namibia e Botswana.
Per chi è alla ricerca di esperienze diverse, sta prendendo piede anche il Sudamerica, con in cima alla lista Cile, Argentina e Brasile. Il Giappone poi è sempre un top seller, e di ritorno anche India e Cina.”
D. Quale meta sta invece deludendo?
R. “Gli Stati Uniti. Si registra un forte calo, a doppia cifra. Un dato, confermato dai tour operator, che va analizzato a livello sociale. Premesso che ciascuno può avere la sua visione politica, mi riferisco all’elezione di Trump, non credevo che questo potesse influire sui viaggi.
Non è un boicottaggio ma ci siamo vicini, nonostante il dollaro ci avvantaggi molto a livello di capacità di spesa. Forse spaventano i maggiori controlli, non saprei. A ogni modo, una meta che d’estate si vendeva moltissimo, è crollata.”
D. Cosa rappresenta per lei, Francesca Bedei, il viaggio?
R. “Una costante di tutta la vita. Ho iniziato da bambina e intensificato molto durante gli studi universitari, e da quando ne ho fatto una professione parto almeno una o due volte al mese, per testare nuove destinazioni e hotel.
Mi spinge il desiderio di conoscenza di nuove culture, la curiosità di vedere altri popoli oltre i confini.”
D. Dopo così tanti anni di viaggio e tante esperienze vissute, è possibile mantenere gli stessi occhi?
R. “Forse lo stesso entusiasmo, ma non gli stessi occhi, anche perché nel frattempo le cose sono molto cambiate con l’avvento di internet e dei social.
Una volta l’effetto ‘wow’ era garantito quando si arrivava in un nuovo Paese, ora non è più così perché la nostra mente è già piena dei tanti video o delle foto guardate online. Per cui in presenza si ‘tasta’ con mano, si cerca di vivere esperienze sensoriali fatte anche di suoni e colori. È un po’ un andare a trovare delle riconferme.”
D. Per lei che ha visto tanti Paesi, sarà ancora più difficile vedere qualcosa di veramente nuovo…
R. “Sì, ma mi piace tornare negli stessi posti per vedere come si sono evoluti o involuti, a seconda dei casi, per capire come è cambiato il mondo o anche solo per un fattore emotivo.
Il rischio è non sentire più le stesse sensazioni, una mancanza di genuinità. Per esempio, sto per partire per la Cina che ho visitato dieci anni fa, e sono molto curiosa di vedere che effetto mi farà ora.”
D. C’è un Paese in cui proprio non ritornerebbe più?
R. “Non ho mai provato una sensazione così negativa neanche in Colombia dove ho avvertito un grande problema di sicurezza. Adesso non è più così, è un Paese meraviglioso che è molto cresciuto.”
D. Quali sono i Paesi che si sono maggiormente sviluppati e quali invece non riescono proprio a emergere?
R. “Tra le new entry in materia di turismo metto certamente l’Arabia Saudita che ho visitato l’anno scorso: un Paese interessante a livello sociale e paesaggistico. Da quando nel 2020 ha aperto le ‘porte’, sono state costruite strutture meravigliose.
Per contro resta il problema del Centro-Africa dove permangono grandi criticità infrastrutturali. Anche il Venezuela è una meta difficile per problemi di sicurezza, al pari dello Yemen.”
D. E dell’Italia cosa pensa?
R. “Sta crescendo molto. Ci sono città come Roma, Firenze e Milano che già soffrono di overtourism (sovraffollamento turistico, Ndr.), e regioni come la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige, la Puglia e la Campania sono pieni di resort extralusso.
Ci si sta anche un po’ montando la testa con tariffe più pensate per il mercato americano, arabo o asiatico, che per quello italiano. Ai connazionali, che ormai fanno solo week-end o vacanze brevi, non resta che muoversi verso piccoli paesi e borghi, oppure verso mete con maggiori opportunità di acquisto, soprattutto per le famiglie, come l’Egitto, la Tunisia, una parte della Spagna e della Grecia, quella meno turistica.
A mio avviso, in Italia, ci sono località in cui i prezzi sono stati aumentati senza che questo vada di pari passi con la crescita dei servizi.”
D. Con chi ama viaggiare?
R. “In passato mi piaceva anche partire da sola, prestando attenzione alle mete più a rischio per una donna. Oggi invece mi incute tristezza e prediligo la condivisione, il piacere di vivere un’esperienza con qualcuno. In genere, con mio marito oppure con i miei clienti che mi regalano sempre grandi soddisfazioni.”
D. Cosa proprio la infastidisce quando viaggia?
R. “Non ho dubbi: vedere tutti con il telefonino in mano. A loro direi di godersi le emozioni, di stamparsele per sempre nella memoria. Per il clic di una foto che forse si riguarderà a malapena due o tre volte, si perdono attimi preziosi.
Giorni fa ero alla Galleria degli Uffizi di Firenze con un piccolo gruppo per una visita privata, e tutti avevano il telefonino di fronte a incredibili capolavori. Perché invece non goderseli in un momento così irrepetibile di calma?”
D. Considerando le sue 52 volte alle Maldive, questa è la sua destinazione preferita?
R. “Le amo ma al primo posto c’è la Polinesia. L’unico difetto è che dall’altra parte del mondo, richiede ben 27 ore di volo, quindi è un viaggio impegnativo. Ma là ci sono isole incredibili per quel mix di colori, profumi, suoni, c’è quel mood che è difficile trovare altrove.
Anche la popolazione maori, che ha una cultura meravigliosa, contribuisce a quella sensazione di paradiso sulla terra.”