Martina Maggiore, 28 anni di Riccione, si racconta in un libro Ma che stupida ragazza (Mursia Editore), uscito in libreria e negli store online lo scorso 24 febbraio. Dopo 4 anni di fidanzamento con il cantautore bolognese, Martina vuole dire la sua e lo fa in 176 pagine.
D. Cosa è rimasto di questa grande (e per lei prima) storia d’amore?
R. “Mi è rimasto un po’ tutto. L’amore, quello potente che va al di là dell’amore di una relazione. Un amore più maturo e consapevole. È rimasto anche il dolore, che ogni tanto riaffiora e mi ricorda quanto ho amato. Un dolore sano. È da questo dolore che ho scoperto una parte di me che non conoscevo, che ad oggi sto cercando ancora di comprendere. È un contrasto gigante.”
D. Ha ancora contatti con Cremonini?
R. “Al momento no. Mi auguro che in un futuro ci possa essere un rapporto umano tra noi, tra due persone che hanno condiviso tanto e momenti molto importanti insieme.”
D. Martina Maggiore. Crede che la differenza d’età si sia sentita?
R. “Onestamente no. Penso che siano più i momenti di connessione tra le persone a fare la differenza.”
D. Le è stata dedicata una canzone Giovane Stupida ed è qualcosa che rimane per sempre. Riascoltarla fa male?
R. “Mi è stata dedicata più di una canzone. Tutte rimangono per sempre. Giovane stupida non l’ho più ascoltata. Dopo due mesi dall’uscita invece ho ascoltato Ora che non ho più te. Sapevo che fosse per me. Mi ha fatto effetto, ho pianto. Poi gli ho scritto un messaggio per dirgli che ero orgogliosa di lui.”
D. Ha voglia di amare ancora?
R. “Ho una estrema voglia di innamorarmi, amo l’amore ma è difficile trovare qualcuno con cui stare bene, soprattutto quando impari a stare bene da sola. Al momento ho il cuore libero.”
D. Nella sua opera parla anche di depressione. Che consiglio si sente di dare, Martina Maggiore, a chi ne soffre, per uscirne?
R. “È un tema a cui tengo molto. Perché so quanto sia difficile chiedere aiuto per la paura di non essere compresi. Chinarsi verso la guarigione fa paura, spaventa perché non riusciamo neanche a vederla. Questo libro è un mio modo per dire che non si è mai soli. Chiedere aiuto è un atto di coraggio, significa volersi bene, amarsi e non bisogna vergognarsene mai.”
D. Ha vissuto spesso fuori sede, girato il mondo intero, com’è stato il ritorno nella sua Riccione dopo la fine della sua storia?
R. “Diciamo che quando sono tornata a casa inizialmente è stato un trauma, ero abituata a Bologna che amo fortemente. Ma piano piano, con l’amore delle persone al mio fianco ho ricominciato a stare bene. Come si vive in Romagna, da nessun’altra parte al mondo.”
D. Quanto è legata a questa terra e alle sue persone?
R. “Questa terra è la mia vita. Le connessioni che si creano qui sono magiche. Amo il mare, camminare sulla sabbia, l’aria, l’atmosfera. E poi i romagnoli sono una spanna sopra a tutti.”
D. Che progetti ha per il futuro?
R. “Ho ripreso in mano la mia vita da poco. La scrittura mi ha aiutata tantissimo e spero di prenderne parte. Ho già dei libri da parte e idee da montare. Poi mi sono iscritta a Psicologia. L’ho fatto per me, voglio capirmi profondamente, capire i meccanismi della mente umana, per aiutare gli altri in un futuro.”
D. Oltre a questo, quali progetti lavorativi?
R. “Ho sempre lavorato tra locali e come modella, mi pago l’università da sola quindi continuerò a lavorare. Mi piace, mi tiene impegnata ed è ciò di cui ho bisogno.”