Andrea Agostini

di Barbara Baronio, foto Gianmaria Zanotti
Il ciclismo come passione, lavoro e palestra di vita
Ripercorrendo la sua vita ammette che molte delle sue migliori idee le ha avute pedalando. Una passione quella per la bicicletta nata tra i banchi della scuola media, quando con i compagni Marco Pantani e Matteo Panzavolta trascorreva i pomeriggi per le strade di Cesenatico a cavallo della sua bici.

Cresciuto confrontandosi con una generazione di fenomeni delle due ruote, Andrea Agostini non ha mai pensato di diventare un atleta professionista. Ma il suo sogno è sempre stato quello di lavorare nel ciclismo. Oggi è Direttore Operativo dell’UAE Team Emirates, la squadra maschile di ciclismo su strada che negli ultimi due anni è risultata vincitrice del Tour de France.

Andrea Agostini, classe 1970, sposato con Francesca e padre di Alessandro e Filippo, ogni giorno si relaziona con il mondo del ciclismo internazionale. Trascorre almeno 4 mesi l’anno fuori casa e lo si può trovare a cena con uno sceicco o in riunione con i Ceo di grandi multinazionali sponsor del suo team. Aappena può, torna a casa dalla sua famiglia che rappresenta per lui il suo successo più grande. Poi indossa le infradito e incontra gli amici di sempre.

“Ho bisogno di loro, ho bisogno di quella semplicità che a volte si rischia di perdere quando si lavora a certi livelli. Sento la necessità di sporcarmi i piedi di sabbia e regalarmi del tempo. È sempre stato così, anche quando lavoravo con Marco Pantani. Non appena rientravamo da una trasferta, prima di disfare le valigie correvamo sul porto canale per respirare l’aria del mare.”

Innamorato della Romagna e in particolare della sua Cesenatico dove, fino all’età di 17 anni, ha corso tra le fila della Fausto Coppi nella categoria juniores, da un paio di anni Agostini è anche il presidente del gruppo Fausto Coppi di Cesenatico e della Granfondo Nove Colli, che l’anno scorso anno ha raggiunto la cinquantesima edizione.

“Essere presidente della Fausto Coppi chiude un po’ il cerchio della mia vita. È  un onore, una grande responsabilità ed è anche l’occasione per me di restituire alla mia terra un po’ del bello che mi ha donato. Il successo della Nove Colli dipende dal gruppo di volontari che, in maniera assolutamente professionale, ogni anno permette la nascita di questa manifestazione a cui partecipano oltre 10.000 ciclisti. La città di Cesenatico è fortunata ad avere un gruppo di cittadini così impegnati e appassionati.”

Un amore, quello che Andrea Agostini ha per la bicicletta, che è parte essenziale del suo essere e che non si è mai affievolito, nemmeno con l’inizio dell’università che ha frequentato a Bologna. Terminati gli studi è arrivata per lui l’opportunità del ‘posto fisso’ presso il Comune di Cesenatico. Sono gli anni in cui l’amico Marco sta diventano il Pantani nazionale. L’uomo che fa sognare l’Italia e tiene incollati tutti agli schermi televisivi ad ammirare le sue grandi vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France.

“Marco ed io siamo sempre rimasti in contatto,” racconta Andrea Agostini. “Anche quando lui era lontano da Cesenatico. Ricordo come se fosse ieri la sera in cui è arrivato da me e mi ha proposto di lavorare per lui. Aveva bisogno di una persona di fiducia che si occupasse della comunicazione e fosse il suo portavoce. Così il giorno dopo mi sono licenziato. Ho lasciato il posto in Comune e ho intrapreso la mia carriera di giornalista aprendo anche un’agenzia di comunicazione, la @go communication.”

Mesi intensi quelli che Andrea Agostini vive a fianco del Pirata, che vengono bruscamente interrotti con la tappa del Giro d’Italia di Madonna di Campiglio del ‘99. “La mia esperienza lavorativa con Marco è durata poco. Ricordo che l’allora dirigenza della Mercatone Unoin quel frangente scelse di allontanare tutti i collaboratori di Pantani.

È stato un periodo doloroso che mi ha portato a reinventarmi. Avevo un conto aperto con quel mondo e volevo dimostrare che non ero solo l’amico di Pantani. In un primo tempo ho anche seguito un Giro d’Italia per una squadra senza essere pagato affinché fosse chiaro che ero capace e competente. Con un po’ di pazienza sono così rientrato a pieno titolo nel circuito del ciclismo. Ho lavorato con una serie di squadre importanti e ho allargato i miei orizzonti. Erano gli anni in cui il ciclismo stava diventando un fenomeno globale.”

Se da una parte questo periodo costringe Andrea Agostini a rimettersi in gioco nel mondo delle due ruote, dall’altra parte gli consente di guardare anche altri mondi come quello del calcio, approdando al Cesena Calcio e affiancando Campedelli nella rinascita della squadra cesenate come responsabile della comunicazione strategica.

“Una realtà dinamica, intensa e affascinante che mi ha assorbito completamente. Sono stati anni incredibili in cui ho imparato molto. Ho cercato di dimostrare che sapevo fare il mio mestiere e ho messo in pratica quello che tanti maestri del ciclismo internazionale e del giornalismo sportivo mi avevano insegnato. Ho seguito il Cesena Calcio per 5 anni.”

Poi nel 2017 arriva la chiamata degli Emirati Arabi Uniti. “Il general manager Mauro Giannetti mi ha chiesto di seguirlo. Così ho intrapreso questa bella avventura. Ho iniziato come responsabile comunicazione. Poi sono passato anche al marketing fino a diventare due anni fa direttore operativo Coo (Chief Operating Officer) dell’UAE Team Emirates e quindi responsabile a 360 gradi del Team, che conta 31 giovani ciclisti professionisti con un’età media di 25 anni.

Nel mondo del ciclismo c’è grande fiducia negli italiani. Ad oggi l’Italia pur non avendo una squadra da World Tour (ossia tra le 18 più importanti al mondo) è però presente negli altri Team perché i ruoli chiave di queste squadre sono ricoperti proprio da italiani.”

Quello di Andrea Agostini non è solo una professione ma proprio uno stile di vita: nessun orario, non ci sono giorni liberi predefiniti, ma tutto questo offre l’opportunità di vivere esperienze uniche.

Andrea Agostini – Cesena IN Magazine 02/22
Andrea Agostini a Cesenatico per l’edizione 2021 e 2022 della Nove Colli.
Andrea Agostini – Cesena IN Magazine 02/22
“Siamo una squadra di 104 persone, che spesso raggiungo alle tappe delle diverse gare perché è importante incontrarsi, vedersi e parlarsi di persona. È fondamentale esserci perché spesso è proprio durante le corse che si possono sviluppare relazioni importanti e incontrare potenziali sponsor. Nel mio lavoro consolidare il team è decisivo perché la squadra è tutto, sia fuori che dentro la gara. Anche se il ciclismo è uno sport individuale, se non c’è la squadra non funziona. Vince uno, ma senza i compagni a sostenerlo lui non può riuscire. Non bisogna mai dimenticare che il ciclismo è una grande palestra di vita. Ogni giorno chi pratica questo sport a livello agonistico si allena per raggiungere un obiettivo che nove volte su dieci non ottiene, eppure va avanti con determinazione. Se ci pensiamo sembra un po’ una metafora della vita. Il ciclista lotta indipendentemente dal risultato, quando cade si rialza subito e il giorno dopo riparte e porta ancora su di sé i segni della caduta.”

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