Ca’ de Vèn fascino eterno

di Anna De Lutiis, foto Lidia Bagnara
Ca’ de Vèn È l’iconica enoteca tappa di turisti e ravennati
È lunga la storia di quella che oggi è conosciuta come Ca’ de Vèn. La notizia più antica su questo edificio è conservata in un documento del 22 giugno 1397, dal quale si apprende dell’esistenza di “una casa con balcone, posta nella guaita di San Francesco, presso la via che conduce alla Basilica di San Francesco.”

È proprio nel cuore di Ravenna, Ca’ de Vèn, in prossimità della tomba del grande poeta Dante Alighieri. Meta di ogni turista in tutte le stagioni e momento magico, ogni giorno, nell’ora ‘che volge al desio’ quando viene letto un canto della Divina Commedia.

La Ca’ de Vèn è il luogo ideale per gustare un calice di buon vino, la piadina romagnola che emana un profumo irresistibile. E offerte che si accordano con le risorse del territorio e vanno anche oltre confine. Nella mente dei ravennati c’è ancora il ricordo del periodo in cui, a partire dal 1877, nel palazzo venne inaugurata la Drogheria Bellenghi. Luogo affascinante con larghi cassettoni contenenti cereali di ogni specie. Fu nel 1975 che in questo luogo fu inaugurata la Ca’ de Vèn come enoteca dei vini di Romagna, esattamente Consorzio Vini di Romagna, Ente tutela vini. 

Arrivando a oggi, entrando nel locale suggestivo e sempre animato anche dai tanti ragazzi – che non chiamerei ‘camerieri’ – che fanno parte della coreografia, ci si imbatte in due donne che sono le figure di riferimento del locale. Rita Manzillo e Maria Grazia Guidi.

Rita si occupa dei vini, per i quali rimane figura emblematica. Mentre Grazia segue il lato amministrativo e non solo. Perché nella grande famiglia della Ca’ de Vén è facile e naturale rivestire ruoli che comprendono anche l’accoglienza fatta con grande gentilezza.

Ecco perché è facile incontrare Grazia, giovane donna dal sorriso accogliente e rassicurante, alla cassa mentre prende prenotazioni telefoniche. Dà consigli sulla sistemazione e spesso accompagna i clienti alla scelta del tavolo. “Ho sempre avuto interesse per questo lavoro,” racconta Grazia. “Fin da quando ho iniziato al ristorante Casolare, dove seguivo essenzialmente il lato amministrativo. In quegli anni mi sono appassionata ai vini e ho fatto corsi di sommelier dove ho conosciuto Rita. Ed è stata lei, più tardi, a chiedermi se volevo entrare a far parte della famiglia.

Naturalmente l’elemento che mi ha spinto non è stato solo quello amministrativo ma la passione per i vini del nostro territorio e questa speciale atmosfera che rivela amicizia e lo star bene insieme, come dimostrano i clienti abituali. Ma anche i numerosi turisti che vedono nel nostro locale una tappa imprescindibile, potendo contare anche sulla degustazione di vini speciali.”

Il locale è molto accogliente anche se a volte c’è tantissima gente ed è difficile essere disponibili con tutti. “Si cerca sempre di usare per tutti lo stesso metodo. Gentilezza e disponibilità, saper capire cosa il cliente sta cercando e si aspetta di trovare in un luogo come questo. Ben noto non solo in Italia ma anche all’estero.” 

La Ca’ de Vèn ha saputo affrontare anche i difficili anni della pandemia da Covid. “È arrivata all’improvviso, dalla sera alla mattina abbiamo dovuto chiudere. Siamo rimasti con tutte le provviste, che abbiamo donato a molte associazioni.

La nostra politica è quella di avere un ‘salvadanaio’ per le emergenze. Ed è quello che abbiamo usato per superare il lungo periodo di chiusura. Abbiamo provato con l’asporto ma veniva meno il fascino che questo luogo offre, quindi abbiamo smesso.”

Poi il peggio e passato e si è ripartiti. C’è sempre stata un’atmosfera di familiarità e condivisione fra i ragazzi. “Per esempio le mance vengono divise anche con coloro che lavorano all’interno, in cucina. Il lavoro per fortuna va bene perché il locale si trova nel pieno del percorso turistico e diventa inevitabile fermarsi qui.”

La maggiore pubblicità è il passaparola. Un po’ tutti sono passati da qui: anche personaggi televisivi come Alberto Angela e Licia Colò che, arrivati in città per girare documentari, ne hanno approfittato per visitare monumenti e finire la giornata alla Ca’ de Vèn

Tradizione sì, ma anche innovazione: il locale ha dimostrato di saper leggere i cambiamenti della società, e lo dimostra la moda dell’aperitivo all’esterno o anche all’angolo bar, all’interno, molto apprezzato da gruppi di clienti, soprattutto giovani, durante i weekend.

Per l’occasione è difficile trovare un tavolino libero, in particolare in via Guido da Polenta dove si può sorseggiare il vino e al contempo ammirare, poco lontano, la tomba di Dante e la facciata della Chiesa di San Francesco. Per un brindisi e un saluto, cosa suggerisce Grazia? “Un buon Sangiovese oppure… bollicine!”

Ca’ de Vèn fascino eterno
Qui sopra, da sinistra, Rita Manzillo e Maria Grazia Guidi. In apertura e qui sotto, l’interno del locale.
Ca’ de Vèn fascino eterno
Pubblicato su XX IN Magazine XX/XX, chiuso per la stampa il XX/XX/XX

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