Chiara Lagani e la passione per il teatro

di Anna De Lutiis, foto Lidia Bagnara
Attrice, drammaturga, autrice appassionata di teatro e traduzioni
Ha base a Ravenna l’attrice e drammaturga Chiara Lagani, fondatrice insieme a Luigi De Angelis della compagnia Fanny & Alexander, oltre che curatrice per Einaudi del volume di L. Frank Baum, I libri di Oz, e autrice insieme a Elio Germano de La mia battaglia. Ma è spesso in giro per l’Italia e all’estero per i suoi ultimi lavori.

“Sicuramente,” conferma Chiara Lagani, “è un periodo di lavoro molto intenso. Ho anche appena finito di tradurre Romeo e Giulietta di Shakespeare per lo spettacolo di Mario Martone, che ha debuttato il 2 marzo al Piccolo di Milano. Unendo così due delle grandi passioni della mia vita: teatro e traduzione.”

Sempre elegante, solare e raffinata, Chiara Lagani. La sua immagine potrebbe dare l’idea di una persona dolce, quasi timida, ma la sua carriera la descrive come una donna molto determinata e sicura.

D. Le sue scelte risalgono al periodo in cui era studentessa al liceo classico. Quando ha capito che il teatro sarebbe stato il suo futuro?

R. “Strada facendo. Ho iniziato potrei dire quasi per ‘caso’. L’aneddoto delle origini di Fanny & Alexander risale agli anni del liceo. In una classe parallela c’era un ragazzo, Luigi De Angelis, la persona con cui poi ho fondato il mio gruppo teatrale, che stava mettendo in scena Le troiane di Euripide.

Gli portai un testo che avevo scritto tempo prima, tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Luigi mi chiese subito: ‘lo facciamo?’ È così che abbiamo iniziato. Avevamo solo 17 anni e ormai sono 30 che lavoriamo insieme.

Ci siamo trovati a condividere un’avventura che poi è diventata la nostra vita, e che oggi è il nostro lavoro. Siamo stati fortunati a essere nati in questa regione dove c’era il Teatro delle Albe che da subito ci ha mostrato vicinanza e sostegno. Infatti, di lì a poco avremmo girato l’Italia con L’Ippolito, uno spettacolo di Ermanna Montanari.

Poi c’erano i cesenati della Raffaello Sanzio e della Valdoca, il festival di Santarcangelo, ma soprattutto direi che c’è stata la collaborazione fitta con gli altri gruppi con cui organizzavamo festival e rassegne (Masque Teatro, Motus, Teatrino Clandestino…).”

D. Chiara Lagani, per lei il teatro non è solo interpretazione ma anche scrittura: la drammaturgia rappresenta molta parte del suo lavoro?

R. “Credo che la drammaturgia in teatro sia sempre alla base delle cose perché è l’architettura narrativa che permette al racconto di avvenire ed è sempre un qualcosa di intrecciato alla regia. Luigi e io firmiamo rispettivamente regia e drammaturgia ma in realtà ci sono continue commistioni tra queste due pratiche, in più c’è la relazione con gli attori, che si innesta sempre in un’idea drammaturgica e poi la rende possibile attraverso la vita di chi è lì, appunto, che col suo corpo e la sua anima incarna i personaggi delle storie.”

D. Cosa ha rappresentato la fondazione di Fanny & Alexander?

R. “È stato un elemento totalizzante e destabilizzante al contempo, una specie di rivoluzione copernicana e in fondo continua a esserlo. Ora è questa la mia attività e, come mi ripeto sempre, ho la fortuna di avere un lavoro che è anche l’unico modo in cui potrei immaginare di esistere e di stare al mondo!”

D. Alcuni dei vostri premi: lo Speciale Ubu, il Premio Speciale al 36° Festival Bitef di Belgrado, il Premio di Produzione Riccione TTV, il Coppola Prati e il Premio Giuseppe Bartolucci, tutto questo vi ha dato ragione. Vi completate nelle vostre idee?

R. “Sicuramente, con Luigi abbiamo sempre lavorato su una complementarità di piani e tuttora è così: siamo due persone distinte, siamo unitissimi, ma anche molto diversi. È come se il suo sguardo arrivasse sempre dove non arriva il mio e, spero, viceversa, e questo modo di procedere consente il generarsi di un continuo dialogo, di una dialettica.Siamo in una cooperativa fatta di più persone tra cui Marco Molduzzi, Marco Cavalcoli, Maria Donnoli, Stefano Toma, e poi Gianni Farina e Consuelo Battiston di Menoventi, e tutti lavoriamo insieme su progetti diversi, ma per promuovere anche i desideri singoli. È solo questo che fa salvo il desiderio di una collettività di persone, perché credo che occorra avere molta cura delle differenze.”

D. Quali sono le tappe più importanti del suo percorso, Chiara Lagani?

R. “È sempre difficile fare un bilancio. Certo, potrei ricordare certe tappe più significative: innamoramenti, incontri, spettacoli, scoperte… i premi appena ricordati ad esempio, o altre forme di apprezzamento e riconoscimento tangibili, ma credo che a volte in un cammino le cose che restano nascoste ai più siano perfino più importanti.

È come se ci fosse un iceberg e quello che si vede è solo la punta che emerge dall’oceano, ma forse quello che davvero conta è la parte sommersa e invisibile, fatta della relazione di tutti i giorni con le altre persone e, perché no, anche della fatica, degli incidenti di percorso e delle difficoltà condivise.”

D. Su cosa sta lavorando attualmente? 

R. “Sto portando molto in giro L’amica geniale, tratta dal romanzo di Elena Ferrante, nella forma di un recital derivato dal fumetto uscito per Cooconino Press pochi mesi fa, un libro che ho realizzato insieme a Mara Cerri. Poi lo spettacolo teatrale che abbiamo derivato da L’amica geniale; e ancora sto facendo anche molti laboratori e scrivo i testi per gli spettacoli futuri.”

D. Quali sono i suoi progetti dell’immediato futuro?

R. “Per Fanny & Alexander, un Barbiere di Siviglia che debutterà molto presto a Rovigo, tre monologhi, uno sul tema della maternità, l’altro sugli eccidi compiuti da Charles Manson, un’analisi del male nelle sue espressioni più brutali e nelle deformazioni mediatiche che ne ha fatto la società, e l’ultimo sulla cantante, musicista, scrittrice e attivista afro-americana Nina Simone.”

D. C’è un lavoro che ha nella mente e nel cuore e che vorrebbe realizzare?

R. “C’è una storia che mi è molto cara e che forse è alla base anche del mio pensiero su cosa significhi fare arte e drammaturgia oggi: è la storia di Sherazade, la fanciulla che ne Le mille e una notte col suo racconto salva un’intera città dalla morte.

È un progetto, questo, che abbiamo nella mente e nel cuore da anni e che presto finalmente si realizzerà. Credo sia anche una storia molto attuale. L’epoca che stiamo vivendo è davvero terribile, fatta di pandemie, guerre, crisi economiche, apocalissi climatiche…

Chiara Lagani e la passione per il teatro
Scatti di alcune produzioni di Fanny & Alexander con Chiara Lagani protagonista.
Chiara Lagani e la passione per il teatro
In qualche modo credo che l’arte sia ancora un antidoto e che abbia il ruolo di unirci e di scongiurare questo senso di fine che ci attanaglia da ogni lato. Ed è anche molto bello secondo me che sia una donna, anzi una ragazzina, in quel magnifico libro, a salvare una città.”

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