Tra gli ormai ‘ex luoghi dimenticati’ al centro di un esteso progetto di rigenerazione urbana per i giardini a Forlì, annoveriamo il giardino antistante il complesso del San Domenico. Fiorito sulle ceneri del parcheggio della ‘barcaccia’ di piazza Guido da Montefeltro, riconvertita in area verde. Una risposta alla via Gluck di celentaniana memoria. L’area porta il nome di Dino Amadori, oncologo, figlio illustre di Forlì, pioniere della ricerca scientifica. Promotore dell’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, primo sostenitore dell’umanità della cura.
Nuova destinazione anche per il Foro Boario. Scelto dai forlivesi come luogo del cuore nell’ambito di una partecipatissima iniziativa del Fondo per l’ambiente. È stato infatti trasformato da mercato – uno dei più importanti nell’Italia degli anni Cinquanta – a giardino. Ripristinati i viali alberati e riqualificati i camminamenti, il parco si presenta con una moderna illuminazione. È videosorvegliato e impreziosito da un’area giochi: peculiarità che ne fanno un luogo di aggregazione e fresco ristoro nelle giornate più calde.
Riconsegnata alla città la Rocca di Ravaldino nella primavera dello scorso anno, dopo tre lustri di chiusura, nell’estate sono tornati a verdeggiare gli storici giardini a Forlì che abbracciano il maniero. Imponente architettura quadrangolare, anticamente deputata alla difesa della città. Accessibile da corso Diaz e via Giovanni dalle Bande Nere, l’area naturale viene presentata come spazio sospeso. Tra paradiso – il richiamo è all’orto botanico, tempio delle alchimie erboristiche di Caterina Sforza – e inferno, in quanto già luogo di esecuzioni capitali.
Il progetto di riqualificazione, incentrato su nuovi arredi e percorsi pedonali, moderni impianti di illuminazione, di videosorveglianza e di raccolta delle acque piovane, sarà completato con la realizzazione di un percorso ciclabile. Questo percorso sarà destinato a unire viale Corridoni a viale Salinatore, nell’ambito di una pianificazione con vista sul futuro trasferimento delle prigioni.
Modernizzazione nel solco della storia per il Parco della Resistenza, inaugurato in occasione delle festività natalizie con un suggestivo percorso di installazioni luminose. Realizzato agli albori dell’Ottocento con l’impronta estetica tipica dei giardini all’italiana, il grande eden era considerato dai forlivesi l’unico vero ‘giardino pubblico’. Alla luce dell’estensione di ben 49.000 mq.
Nel tempo, il parco ha subito vari cambiamenti: risale agli anni Settanta l’ampliamento fino all’accesso di viale Spazzoli. Agli albori del ventesimo secolo, la parte più antica, affacciata su piazzale della Vittoria, ospitava passeggiate in carrozza e corse di cavalli, gare ciclistiche ed eventi istituzionali. E si connotava per la vocazione ricreativa e salottiera.
La recente riqualificazione è avvenuta nel rispetto delle geometrie e della disposizione simmetrica di alberi e aiuole. Riconfigurati i vialetti in stile anni Trenta. nobilitati da nuovi arredi in una prospettiva che sposa l’armonia estetica alla funzionalità.
Parlando sempre dei giardini a Forlì, risale a pochi mesi fa la riapertura dei giardini dell’ex Hotel della Città, oggi GiardinoGio. In omaggio al progettista, l’architetto Gio Ponti. La rivisitazione degli spazi è stata integrale: la vasca dei pesci ha lasciato il posto a una pista da ballo mentre l’allestimento di un palco per eventi culturali riaccende i riflettori su corso della Repubblica.
A pochi passi dal GiardinoGio hanno ripreso slancio vitale i giardini della Galleria Vittoria. Da tempo scomparso dai radar cittadini per lo stato di degrado, l’eterogeneo compendio immobiliare che aggrega spazi privati e spazi privati a uso pubblico, si presenta oggi rigenerato. Grazie a collegamenti tra le diverse direttrici, giochi di vialetti e rampe, cinte da muretti-sedute e nuove fioriere. Particolare attenzione è stata rivolta all’impatto ambientale e alla sicurezza: impianti di videosorveglianza monitorano giardini, galleria e il parcheggio interrato da oltre 100 posti auto.
Infine, un’autentica chicca nell’elenco dei giardini a Forlì: il giardino La Cócla. In dialetto romagnolo ‘lo scricciolo’, è omaggio al più piccolo dei numerosi abitanti che lo popolano. Un paradiso naturale nel cuore nascosto di via Andrelini, che ospita la sede del Centro di educazione ambientale. Spazio gestito dalle Guardie ecologiche volontarie a scopo didattico e divulgativo.
Un tempo sede del brefotrofio provinciale e di una scuola materna, già luogo di prigionia per i dissidenti politici durante il nazismo, l’oasi consente ai visitatori di ritrovare lo stupore bambino della riscoperta di un mondo primigenio, fatto di arbusti, piante acquatiche e officinali, nidi artificiali e mangiatoie per l’osservazione degli uccelli, dai pettirossi alle cince, richiamati da semi e frutti. Un’autentica panacea per gli occhi e per l’anima.