Registe forlivesi e cesenati dietro la cinepresa

di Alessandro Mambelli
La giovane voce Della regia Al femminile Che racconta Il presente
La scena cinematografica romagnola è più florida e vivida che mai, anche se forse resta sconosciuta ai più. La nostra terra è culla di tantissime attrici e attori, sceneggiatori e sceneggiatrici, registi e – soprattutto – registe forlivesi e cesenati che stanno lentamente emergendo, facendo sentire la propria voce.

La nostra terra è culla di tantissime attrici e attori, sceneggiatori e sceneggiatrici, registi e – soprattutto – registe forlivesi e cesenati che stanno lentamente emergendo, facendo sentire la propria voce.

Martina Dall’Ara, cesenate classe 1990, ha da poco vinto il premio Best Message al Top Indie Film Awards con il suo documentario Sospesi. Il progetto racconta la pandemia dal punto di vista di cento italiani in cinquanta diversi paesi del mondo. “Ho sentito l’urgenza di raccogliere quante più esperienze riuscivo,” ha detto Dall’Ara, tra le più spiccate registe forlivesi e cesenati.

“Mi sono appesa una mappa in studio, mi sono autoripresa presentandomi e spiegando a perfetti sconosciuti il mio intento.” E ha aggiunto: “Vincere al Top Indie Film Awards rappresenta la coronazione del nostro tentativo. Quello di creare un’unica voce da tante, mantenendo puro il messaggio delle persone che hanno contribuito con i propri video racconti.”

Lo scopo di Dall’Ara è quello di raccontare la nostra realtà. “I miei lavori sono tutti progetti documentaristi a scopo sociale, sociologico. Mi piace di fatto lavorare sulle persone, raccogliendo realtà sociali di cui molti non sono a conoscenza.”

Lavorare con la realtà, però, è difficile, perché non si possono dare informazioni sbagliate. “Ci vuole tanta ricerca e studio,” ha aggiunto, “c’è molta più responsabilità rispetto al creare un film di fiction.” Al momento, Dall’Ara ha tante altre realtà sociali che le piacerebbe trattare e raccontare, ma la distribuzione di Sospesi la impegna molto. Il documentario è stato presentato un anno fa in anteprima mondiale, e ormai ha ottenuto quasi venti riconoscimenti in tutto il mondo.

Anche Forlì ha le sue registe alla ribalta, come Marianna Paglionico. “I miei lavori sono sempre legati alle riflessioni e ai pensieri che mi affliggono in quel momento specifico.” Così ha riassunto in una frase il suo modo di lavorare e i suoi lavori. Punti di vista (2021), il suo primo corto – presentato alla XIX edizione di Sedicicorto Forlì International Film Festival – è stato il suo modo per affermare il risveglio femminista che aveva appena travolto la sua vita.

“Ero tornata da sei mesi di Erasmus a Parigi,” afferma una delle più affermate registe forlivesi e cesenati, “dove per la prima volta ho trovato un femminismo complesso, che mi parlava e che volevo adottare come filosofia, come modo di guardare alle cose, e il corto parla un po’ di quel periodo: di come ho imparato a cambiare punto di vista, ad aprire gli occhi rispetto al mio modo di occupare spazio.”

Il suo secondo corto, Non sarai mail libera, è partito da una sceneggiatura non sua, ma è ugualmente riuscita a trovarvi qualcosa di personale. “La paura di sentirsi incastrati, l’impossibilità di reagire, il trovarsi chiusi all’interno di un sistema con la consapevolezza che potrebbe essere diverso, ma che non si sa come rendere diverso, perché gli strumenti a disposizione non bastano.”

Il corto non racconta il sistema che circonda la protagonista, ma dà valore e spazio alla sua esperienza, al suo modo di vivere, senza giudizi. “Anche nel piccolo del mio ambiente professionale,” conclude, “mi sembra fondamentale che il femminismo al cinema si debba preoccupare anche di questo.”

La scena forlivese e cesenate si fregia quindi di registe capaci, grazie al loro sguardo cinematografico, di tracciare una rotta narrativa nella complessa molteplicità della realtà. Voci ancorate nel presente e decise a raccontare temi che oggi più che mai è doveroso urlare.

Registe forlivesi e cesenati dietro la cinepresa
Nella pagina d’apertura, Martina Dall’Ara. In alto, un frame di Sospesi e qui in basso Marianna Paglionico e un dietro le quinte dei suoi lavori.
Registe forlivesi e cesenati dietro la cinepresa
Registe forlivesi e cesenati dietro la cinepresa

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