Proprio in questi giorni, Roberta Montanari è impegnata nel tour negli stadi del grande Vasco Rossi. Una vita intensa, sempre di corsa. Spesso in viaggio da una città all’altra. Ma ricca di soddisfazioni, perché non capita a tutti di trasformare la propria passione in un lavoro.
Cresciuta tra San Lorenzo e Ca’ di Lugo, il suo percorso musicale inizia alla fine degli anni Novanta, in età adolescenziale alle scuole superiori, dove si avvicina al canto e si esibisce in pubblico per le prime volte. Un vero e proprio colpo di fulmine che la porta a coltivare la musica anche entrando a far parte di alcune band.
D. Roberta Montanari, quando ha capito che avrebbe potuto costruire sulla musica una professione?
R. “Quando si è concretizzata la prima opportunità nei primi anni Duemila: lavorare in un tour importante con Cesare Cremonini.
Ricordo ancora l’emozione, sentivo forte l’esigenza di ‘crescere’ e, da quando sono stata chiamata quella prima volta, è partito un percorso lavorativo che tuttora continua. Sarò sempre grata a chi mi ha dato questa prima possibilità.”
D. Lei ha sempre desiderato fare la corista?
R. “Sì, da quando avevo circa 14-15 anni sognavo di fare questo lavoro. Compito della corista è quello di supportare sia il cantante principale che la parte musicale, arricchendo il brano con armonizzazioni o effetti vocali che danno maggiore profondità e dinamismo alla musica.
Bisogna avere una buona preparazione musicale e, ovviamente, un orecchio ben abituato. In pratica, tecnicamente, la corista può rendere il suono complessivo più ricco. Può fare piccole parti soliste: in alcuni pezzi, può anche avere momenti da solista o dialogare vocalmente con il cantante principale.”
D. Dopo la travolgente esperienza con Cremonini, sono arrivate altre chiamate importanti…
R. “Sì, e da quel momento non mi sono più fermata. Cosa assolutamente non scontata. Diventare una corista, vent’anni fa, era piuttosto difficile, non c’erano Instagram o Facebook come adesso, la concorrenza era alta e le opportunità stabili non molte.
In generale, è un processo lento, bisogna costruire giorno per giorno, creando rapporti umani e professionali con una certa serietà e affidabilità. Il lato umano è assolutamente fondamentale. Grazie al cielo ho avuto tutte situazioni professionali piuttosto durature e ciò mi ha sempre ripagato tanto.”
D. Inevitabile chiederle: con quale artista ha trovato un feeling maggiore?
R. “Impossibile scegliere. Ogni artista mi ha regalato qualcosa di straordinario, mi ha arricchito enormemente. Ho avuto la fortuna di lavorare con cantanti che mi piacciono parecchio.”
D. Ci sono state richieste più complesse di altre? Cosa serve per essere una buona corista?
R. “In linea di massima, ogni artista ha le proprie esigenze a livello tecnico e non c’è sempre una richiesta specifica. Durante il tour si diventa un po’ una famiglia che passa molto tempo insieme, è quindi importante essere empatici, saper convivere con altri nel rispetto di tutti.
Fondamentale è poi l’attitudine sul palco di saper stare un passo indietro, ricordando che si sta esercitando un ruolo di supporto, nella consapevolezza che l’artista protagonista è un altro.”
D. Questo significa che non si può diventare una brava corista come ‘ripiego’?
R. “Esatto. Se si finisce a fare la corista, volendo essere una solista, si va certamente a vivere male questa professione e potrebbe non funzionare.
Questo è un mestiere molto sottovalutato e invece richiede impegno. Per me, fortunatamente, è stata una scelta a lungo desiderata e non un ripiego.”
D. Le è mai capitato di non trovarsi bene o di avere qualche difficoltà in più?
R. “No, tutti sono sempre stati carini e professionali. In un ambiente di lavoro è importante stare bene. Forse i tour più duri fisicamente sono quelli con frequenti cambi di fuso orario.”
D. Il suo sogno nel cassetto?
“Beh, se devo proprio sognare, mi manca l‘esperienza con un artista straniero. Ma, comunque, sono molto appagata e sarei soddisfatta anche se il mio percorso finisse domani.”
D. Roberta Montanari, a quale altra attività si dedica quando non è in tour?
R. “Insegno canto moderno al Saint Louis College of Music nella sede di Milano, e privatamente a casa mia in Romagna. Mi muovo anche per fare Masterclass in accademie o scuole in giro per l’Italia. Infine, sto ultimando gli esami per laurearmi in Psicologia.”