Nicolò Dalmonte, nomade addestratore

di Cristina Mazzi
Nicolò Dalmonte, L’amore Per i cani E la vita In van
“Conosco la sensazione di quando ci si sente soli. Abbandonati. La riconosco negli sguardi dei cani che seguo in canile a Cesena. Grazie a loro ho trovato la mia strada e sarò sempre riconoscente. È come una missione sociale: cerco di ripagarli di tutto quello che hanno fatto per me.”

Per Nicolò Dalmonte ‘Una vita di cani’ non è solo lo slogan che ha scelto per la sua attività di istruttore cinofilo, ma rispecchia – letteralmente – la vita che ha scelto. Il protagonista del racconto? Ha 13 anni, si chiama Lord Byron e ha quattro zampe. 

“Oggi a ogni suo compleanno mi si stringe il cuore.” Poi Nicolò si ferma. “Devi sapere che è da lui che è iniziato tutto.” E da lì, riparte, emozionato. “Sono nato in una famiglia divisa, da ragazzino vivevo solo con mia madre e già a 13 anni uscivo spesso, avevo brutte abitudini.”

Dalmonte ricomincia a chiacchierare a ruota libera e a ripercorre la sua adolescenza, senza filtri. “A 19 anni sono scappato di casa e sono andato a vivere con una ragazza. Facevo il corriere, lavoro che mi è servito per pagarmi gli studi e il mio primo cane, Lord Byron.”

Nicolò racconta che ha sempre voluto un cane ma a casa erano stati chiari: niente animali. “Così, appena ho potuto, non ci ho pensato due volte, una scelta fatta di cuore e di pancia che nel tempo si è rivelata una fortuna ma anche una prima difficoltà importante,” racconta.

“Lord Byronè un cane da caccia incrociato con la razza maremmano. Quando l’ho adottato aveva quattro mesi e, da subito, mi sono accorto di avere grossi problemi a gestirlo, sia in casa – distruggeva tutto – sia fuori. Tanto che mi impediva di uscire con gli amici perché temevo che li aggredisse. Dovevo risolvere il problema: mi avevano pure consigliato di dargli psicofarmaci.” E così nasce in lui la voglia di voglia di studiare. 

Mi sono iscritto a un corso Enci – Ente nazionale cinofilia italiana ma avevo bisogno di mettere tutto in pratica,” spiega Nicolò. “Così ho trovato un addestratore specializzato nella rieducazione comportamentale che finalmente ha risolto i problemi con Lord Byron. Lui, dall’altra parte, ha visto il mio entusiasmo e ha spalancato le porte del suo campo.” Risultato? “Andavo lì tutti i giorni finito il lavoro da corriere. Lord Byron lavorava sempre meglio e io mi impegnavo tantissimo.” 

Per anni Nicolò si è concentrato totalmente sulla sua passione e oggi è un istruttore cinofilo professionista. Il suo lavoro si divide tra le province di Rimini e di Forlì-Cesena, dove collabora con il centro cinofilo le Querce, campo Sas di Cesena e con il Canile Acpa intercomunale di Cesena. Realtà che Dalmonte ha sempre frequentato prima come semplice volontario, poi come responsabile dei cani di difficile gestione, prestando servizio due volte a settimana.

“Tutti pensano che l’addestratore cinofilo abbia a che fare tutto il giorno con i cani ma in realtà non è così,” spiega. “Si ha molto più a fare con le persone, devi cercare di capirle e farti capire. Entrare in empatia. In un’ora di lezione dedico circa 20 minuti al contatto diretto con il cane, tutto il resto del tempo è per i proprietari, con i quali alla fine del percorso si instaura un rapporto di fiducia molto bello. La prima lezione è a casa dei clienti per vedere come si comportano con il cane nella quotidianità, poi ci vediamo al campo di lavoro.”

Un cambio di vita importante, coinciso con un’altra scelta importante. Quella di vivere in van. “All’inizio è stata una questione pratica,” dice. “Mi spostavo spesso e, per dedicare il massimo tempo allo studio, dormivo davanti al centro di addestramento. Nel tempo si è rivelata la scelta giusta: mi serve per spostarmi più velocemente tra clienti, campo e canile.

Mi piace molto vivere così e mi ha fatto lavorare su me stesso. Vivere su quattro ruote ti fa capire che ‘togliere’ è più difficile che ‘aggiungere’ e ti insegna a essere meno materialista e a tenere solo quello che ti serve. Ho lavorato sull’ordine perché, di natura, sono molto disordinato e ho imparato ad avere solo l’essenziale: la mia macchina fotografica, il pc, i miei tre cani, pochi vestiti e un frigo.”

Ma è quando si parla del suo progetto speciale in canile che l’istruttore cinofilo torna a emozionarsi. “Un giorno ho buttato giù un’idea: formare gli operatori di Cesena, volontari compresi, già in canile con un ‘protocollo unico’ per tutti i cani, per facilitare l’inserimento nelle famiglie.

Non riuscivo a vedere i cani in gabbia così a lungo,” dice, “così ho pensato di non aspettare e di ‘rendere il cane adottabile’ ancora prima che arrivi in famiglia. Per facilitare gli incontri per l’adozione e per trovargli una nuova casa il prima possibile, senza rendere l’inserimento troppo traumatico.” 

E poi sottolinea: “I cani ti insegnano tanto, bisogna solo trovare il percorso giusto per ognuno di loro. Questa è la parte del mio lavoro a cui tengo di più, non l’abbandonerei mai. Sento la responsabilità di aiutarli, insieme al meraviglioso staff del Canile di Cesena che ogni giorno si prende cura di loro.”

Nicolò Dalmonte, nomade addestratore
In queste foto, Nicolò Dalmonte con i suoi cani durante l’attività di addestramento.
Nicolò Dalmonte, nomade addestratore
Nicolò Dalmonte, nomade addestratore
Nicolò Dalmonte, nomade addestratore
Pubblicato su Forlì IN Magazine 02/25, chiuso per la stampa il 23/05/2025

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