San Domenico, l’artista allo specchio

di Ella Raggi
Al San Domenico Una mostra Tra mito E identità
Dallo specchio alla tela, alla macchina fotografica fino al selfie dell’era digitale, l’autoritratto è una forma espressiva che ha attraversato i secoli unendo gli artisti sotto un comune desiderio: quello dell’autorappresentazione. Niente come un autoritratto ci permette di cogliere l’essenza di un artista nel suo tempo: è una rappresentazione del suo io narrante, un ‘autografo esistenziale’ con cui l’artista consegna ai posteri non solo i propri tratti somatici, ma soprattutto la propria visione del mondo. 

A ricostruire questa storia con grandi opere di ogni epoca è la mostra al Museo Civico San Domenico Il ritratto dell’Artista nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie, in programma di Forlì fino al 29 giugno 2025.

Un viaggio tra specchi, maschere e identità, che propone un’avvincente indagine su uno dei soggetti più raffigurati di tutti i tempi, ovvero l’artista stesso. Un’esplorazione che trova radici da un’immagine fondativa: quella di Narciso. Il meraviglioso giovane del mito di Ovidio che, guardandosi in uno specchio d’acqua, riconobbe il proprio volto e se ne innamorò fatalmente.

Un momento radicato nel mito, poi diventato allegoria e fonte di ispirazione per artisti che, nelle diverse epoche, si sono cimentati nell’arte di immortalare la propria immagine riflessa. 

Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Fernando Mazzocca, Francesco Parisi e Paola Refice, l’esposizione, che si sviluppa dall’ex Chiesa di San Giacomo alle ampie sale del primo piano, celebra i vent’anni delle grandi mostre promosse dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con l’Amministrazione cittadina.

Con oltre 200 opere che spaziano dal Quattrocento al Novecento, provenienti da prestigiose collezioni europee, la mostra approfondisce il tema dell’autoritratto esplorando le ragioni del suo intramontabile successo. E i motivi che, di volta in volta, hanno spinto gli artisti a catturare la propria immagine. Dall’affermazione sociale all’esercizio sul vero, dall’introspezione psicologica al desiderio di eternità. 

“Nei secoli, ritrarre il proprio volto, la propria immagine, è stato per ogni artista una sfida, un tributo. Un messaggio, una proiezione, un esercizio di analisi profonda che mostra le aspirazioni ideali e le espressioni emotive. Ma che rivela anche la maestria e il talento.

Poi serve uno specchio. Timore, prudenza o desiderio, persino bramosia di guardarsi. Allegoria di vizi e virtù,” sottolinea Gianfranco Brunelli, Direttore delle Grandi Mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. “Nudo o vestito, truccato o travestito, sorridente o malinconico. Attraverso l’immagine di sé l’artista rintraccia il proprio mondo interiore, il significato della propria arte, l’unicità del proprio stile.” 

Il percorso espositivo al San Domenico si sviluppa in 14 sezioni, in un fil rouge che inizia con la metafora del mito di Narciso passando alle potenti maschere teatrali. Per poi addentrarsi in epoche in cui ancora il volto dell’artista viene inserito quasi di soppiatto, ai margini come una firma silenziosa.

Si passa al Rinascimento, con la sua esplosione di individualismo e la nascita dell’autoritratto come genere autonomo. Si prosegue con il Barocco, dove l’autoritratto si fa strumento di autocelebrazione e affermazione sociale, per poi giungere al Romanticismo, che ne esalta la dimensione interiore e introspettiva.

L’ultima sala non può che riportare il visitatore nel contemporaneo. Con opere di Bill Viola e Marina Abramović, tra gli altri, che chiudono il percorso ponendo l’accento sul selfie come erede contemporaneo del mito da cui tutto è iniziato.

San Domenico, l'artista allo specchio
In queste immagini le opere in mostra al Museo San Domenico di Forlì.
San Domenico, l'artista allo specchio
San Domenico, l'artista allo specchio
Pubblicato su Forlì IN Magazine 01/25, chiuso per la stampa il 24/03/2025

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