Ecco Maria Adele Carrai, brillante ricercatrice cesenate, oggi professoressa associata di Studi sulla Cina Globale presso la New York University di Shanghai e associata alla Harvard e Columbia University.
La sua ricerca esplora la storia del diritto internazionale nell’Asia orientale. Indaga come l’ascesa della Cina, potenza globale, modelli le norme e ridefinisca la distribuzione internazionale del potere. È direttrice dell’iniziativa di ricerca Mapping Global China ed è autrice di Sovereignty in China. A Genealogy of a Concept since 1840 (CUP 2019). Nonché co-curatrice di The China Questions 2 – Critical Insights into US-China Relations (HUP 2022).
Prima di entrare alla NYU Shanghai, ha ricevuto una borsa di ricerca triennale Marie-Curie presso la KU Leuven. È stata inoltre Fellow presso l’Accademia italiana della Columbia University, il Princeton-Harvard China and the World Program. Il Max Weber Program dell’Istituto universitario europeo di Firenze e la New York University Law School. Oltre a parlare correttamente inglese, cinese e francese, ha studiato anche giapponese ed arabo.
“Sin da adolescente ho desiderato esplorare il mondo. Terminati gli studi al Liceo della Comunicazione a Cesena, sono subito uscita dai confini della regione per studiare. Quando ho capito dove volevo indirizzare la mia formazione, ho iniziato a impegnarmi seriamente per il raggiungimento dei miei obiettivi,” racconta.
“Ho studiato a Roma e Venezia, poi a Bologna, ho conseguito un master in Scienze internazionali e diplomatiche. L’interesse per la Cina affonda le radici nell’infanzia. Tutto è cominciato grazie a una bambina con cui giocavo spesso. Era la figlia dei proprietari del primo ristorante cinese aperto a Cesena, proprio in piazza del Popolo, a due passi da casa mia.
Passavamo interi pomeriggi insieme, tra giochi e risate. E, senza che me ne rendessi conto, grazie a lei ho iniziato a entrare in contatto con una cultura profondamente diversa dalla mia. Da allora, quella curiosità non si è mai spenta, anzi è cresciuta in me.”
E così, Maria Adele Carrai, dopo aver approfondito i suoi studi alla School of Oriental and African studies di Londra, aver ricevuto una borsa del ministero degli Affari esteri per studiare a Pechino e Wuhan, e aver conseguito un dottorato in Diritto a Hong Kong, è diventata un punto di riferimento internazionale nell’ambito degli studi su ‘Global China’.
“Vi sono tanti pregiudizi e stereotipi sulla Cina, un tempo vista solo come la fabbrica del mondo,” spiega. “Ma è sufficiente visitare città come Shanghai e Shenzhen per rendersi conto dell’incredibile sviluppo in atto. Per molti aspetti, noi europei siamo anni luce indietro rispetto a loro.
Certo, esiste un’enorme differenza tra le cittadine rurali e le metropoli super digitalizzate cinesi, ma se solo avessimo un atteggiamento più curioso e aperto potremmo imparare molto da loro. A partire dall’approccio alla vita: i cinesi, in generale, riescono a guardare al futuro con speranza e ottimismo.”
“Hanno un senso del lavoro impressionante, ma sanno anche essere dinamici e con una forte spinta all’imprenditorialità e innovazione,” prosegue Maria Adele Carrai. “Nella mia ricerca ho e sto continuando a raccogliere dati per mappare il fenomeno della ‘Global China’, dimostrando come gli investimenti, modelli di sviluppo e di cultura cinesi siano assolutamente diffusi in tutto il mondo.”
Il suo team è costituito da collaboratori collocati in diverse parti del mondo, incluso l’Uzbekistan. “Ad oggi abbiamo sui 70.000 data points aggregati,” dice. “Il mio obiettivo è continuare ad ampliare questa base dati e costruire una piattaforma che renda facilmente accessibili, anche a chi non è esperto, dati affidabili sulla presenza della Cina nel mondo, dagli investimenti agli Istituti Confucio.”
I corsi che la professoressa Carrai propone alla NYU di Shanghai spaziano dal Global China al Diritto internazionale. “Cerco sempre di unire competenze diverse all’interno dei miei percorsi di ricerca e di insegnamento,” dice.
“Oltre all’analisi della diffusione dell’influenza cinese nel mondo, a partire dal passato fino ai giorni nostri, integro lo studio del diritto con strumenti innovativi come la visualizzazione dei dati e lo storytelling applicato alla data science. Con il progetto ‘Visualizing Global China’ offriamo la possibilità di imparare a leggere e a rappresentare le informazioni e a visualizzarle anche con l’uso di mappe.”
Oggi vive tra New York e Shanghai, ma ogni estate torna qualche settimana in Romagna, dove vivono la sua famiglia e i suoi fratelli. “New York ha un’energia pazzesca, qui si può costruire qualcosa tutto da zero,” racconta.
“Ho notato che gli italiani in America sono visti con rispetto e apertura: c’è fiducia nelle idee nuove. Per il futuro non escludo di poter diventare imprenditrice, sono tendenzialmente molto attiva, credo che ogni 5 e 6 anni occorra ridefinire i propri obiettivi, per continuare a crescere e rinnovare entusiasmo e senso di direzione.
Questo tipo di dinamismo a mio parere, tiene viva la mente, costringe a restare aggiornati e impegnati. È un approccio culturale diverso rispetto a quello prevalente in Italia, ormai il concetto di ‘posto fisso’ per me non ha più senso: il cambiamento spinge a creare, a non aspettare che le cose vengano decise da altri.
Si è padroni della propria vita e si può contribuire alla crescita della società, portando qualcosa di nuovo. Ho fatto molti sacrifici, ho studiato tanto ma non cambierei nulla del mio percorso. Oggi sono mamma di due splendidi bambini e vedo che tutto quello che ho scelto e fatto finora come investimento ha dato i suoi frutti. È la mia ricompensa per l’impegno e la passione con cui ho costruito il mio cammino. Ad oggi le prospettive che mi si aprono potrebbero includere anche qualche importante collaborazione magari più vicino all’Europa, ad esempio nel Regno Unito, vedremo.”