Andrea Urbinati è un giovane ‘figlio’ che ha vissuto in prima persona questa esperienza. Ha pensato bene di scrivere una vera e propria guida per quei genitori che vogliono sostenere i propri figli nelle loro avventure all’estero, senza invadere il loro spazio e soffocare le loro aspirazioni. Il titolo Mamma, voglio tornare a casa: Come aiutare tuo figlio che vive all’estero e cosa fare se ritorna a casa.
“Soprattutto senza rischiare di trasformare questa esperienza in un fallimento,” racconta Andrea. “Sì, perché quando decidi di partire ti senti un leone e non lascerai mai trasparire il desiderio di tornare. Per amore, per orgoglio, per uno stupidissimo senso di responsabilità. Attenderai invano che ti dicano ‘vuoi tornare?’ e continuerai a dare risposte evasive, trovare parole rassicuranti. Insistendo nella tua impresa, anche in balìa delle più disparate situazioni.”
Andrea è un ragazzo in gamba, vivace e ‘multitasking’. Apparentemente, la sua esperienza è servita a formare il suo senso di responsabilità, la sua capacità di trasformare cose e situazioni positivamente. “Sì, ma non senza una certa sofferenza e il rischio di dover accettare un fallimento prima ancora di cominciare qualcosa,” ammette.
Il suo sogno era andare in India, ma poi, alla proposta di sostegno economico in qualunque scuola, purché a New York, accettò lo scambio. “Da Pesaro a Brooklyn il salto è a dir poco sconvolgente, ti senti un alieno, un intruso.” Il suo libro è una sorta di diario segreto del figlio all’estero. “È un libro da usare, che esplora il contrasto tra l’ideale romantico del viaggio e la cruda realtà quotidiana.”
Dopo 7 anni all’estero, dopo aver vissuto in una delle città più famose al mondo e aver costruito un ‘business’ di successo, tra cui l’essere entrato nella top ten dei migliori fotografi di hair stylist degli Usa con una parcella di 2.000 dollari al giorno, Andrea è tornato a casa. Nella sua Pesaro. Perché? Sarà Andrea a svelarlo ai suoi lettori, in un percorso che approfondisce il legame tra genitori e figli.
“Ci ho messo vent’anni. Ho provato di tutto, sbagliato una marea di volte, ma alla fine, finalmente ho capito cosa fare e come farlo,” racconta Andrea Urbinati. “Il mio sogno ora è aiutare altri viaggiatori, in qualsiasi modo possibile.”
E conclude: “L’unica cosa che mi porto dietro con piacere è la capacità di saper organizzare i sogni.”