La fontana del Trebbio in piazza Lazzarini ha trovato una prima nuova posizione a Pesaro, dai giardini del Palazzo Ducale di Casteldurante (oggi Urbania), nel 1621. Questo in occasione dell’ingresso in città di Claudia de’ Medici per sposare Federico Ubaldo, ultimo dei duchi Della Rovere.
Situata originariamente all’incrocio tra la Piazzetta, la parte terminale della via dei Fondachi (oggi corso XI Settembre) e la via della chiesa di Santo Spirito (oggi via Cavour). Ai tempi era detta ‘Fonte al Hospitale’. Così denominata nella legenda della particolareggiata pianta prospettica di Pesaro, stampata dal celebre cartografo ed editore olandese Joan Blaeu ad Amsterdam nel 1663.
Era, infatti, collocata davanti al quattrocentesco ospedale dell’Unione di San Salvatore che demolirono nel 1914. Al suo posto, edificarono la scuola elementare Perticari, oggi Istituto d’Arte Ferruccio Mengaroni.
È raffigurata anche in un acquarello settecentesco, del cui originale, ormai disperso, è rimasta una foto di proprietà della Biblioteca Oliveriana di Pesaro.
La ‘Fonte dell’Ospedale’ aveva anche l’appellativo ‘fonte rossa’ per il caratteristico marmo rosso di Verona utilizzato ai tempi della sua costruzione. Nel 1822, in seguito alla edificazione della Pescheria (oggi Centro Arti Visive), e anche a causa del maleodorante ristagno delle acque defluenti dal bacino della fontana, il Consiglio comunale ne decise il trasferimento. Dove? Sul piazzale del ‘Trebbio di Sant’Antonio’, cosiddetto dalla chiesa di Sant’Antonio. Costruita a ridosso delle mura romane, presso Porta Curina o Collina, a destra dell’arco dell’attuale via Morselli, subì il bombardamento aereo delle forze alleate del 25 aprile 1944 che la distrussero. Anche la fontana, quindi, era detta di Sant’Antonio, in dialetto pesarese la ‘font d’Sant’Antoni’.
Il piazzale del Trebbio era costituito da un trivium (da cui deriva il nome), trivio, crocicchio, cioè luogo dove si incrociano tre strade confluenti. Via Branca già via dei Calzolai, così denominata dalle numerose calzolerie allora esistenti, poi detta via di Porta Curina. Via Curiel già via Borgomozzo. E via Passeri già via Borgo Novo perché costruito posteriormente e fuori le mura romane.
Nel 1869 decisero di intitolare il piazzale all’architetto e pittore pesarese Giannandrea Lazzarini (1710-1801), nato nel palazzo che prese il suo nome. Come documenta la lapide con iscrizione collocata sul lato dell’edificio verso piazza Lazzarini.
La seicentesca fontana era stata collocata proprio dinanzi all’ingresso del Teatro Rossini. In tale circostanza decisero di apportare un rilevante mutamento alla sua originaria struttura con l’aggiunta di un brutto obelisco, che ispirò versi licenziosi al letterato Diego Passeri Modi (1777-1851), detto il ‘Giovenale pesarese’. Fortunatamente, venne poi abbattuto perché pericolante in seguito al terremoto del 1916.
Tra il 1926 e il 1927, al fine di lasciare maggiore spazio libero nella zona antistante il teatro, la fontana del Trebbio subì un ulteriore spostamento. Sempre nell’ambito di piazza Lazzarini, verso il palazzo Montebarocci, già Lazzarini. Qui, rimase per oltre un sessantennio fino al 1991. Dotata nuovamente di un modesto obelisco in graniglia e con tanto di fascio littorio, secondo una certa moda architettonica diffusa in quel tempo. L’amministrazione comunale, dopo averla restaurata, liberandola da ogni sovrastruttura, decise di spostarla proprio davanti all’ingresso del Teatro Rossini, dove ancora oggi si trova.