Francesca Faraoni, scultrice cesenate, con il marito e il figlio, lasciandosi alle spalle il cuore urbano di Cesena, ha scelto di reinventare il proprio quotidiano.
Tra le mura del vecchio casolare, lentamente rifiorite grazie alla meticolosa opera di ricerca e restauro, ha preso forma la Casa Color Sabbia di Francesca. Uno spazio che è insieme laboratorio, rifugio e teatro delle sue visioni artistiche. Qui le intuizioni trovano materia, l’arte dialoga con la natura e ogni dettaglio racconta il desiderio di indagare il reale con occhi nuovi.
Quella di Francesca Faraoni è la casa laboratorio e insieme scena quotidiana da cui prende forma, in un equilibrio di discreto tra ispirazione e intimità, una linea di prodotti naturali dal profumo di lavanda. Appassionata alla creta sin da giovanissima, Francesca ha coltivato il suo talento tra i banchi dell’Accademia di Belle Arti. Si è poi dedicata interamente alla scultura a partire dal bronzo per passare all’argilla. Le sue opere ricercano armonia e perfezione, sono animate da una sensibilità profonda e autentica per la materia. Il corpo umano, soprattutto quello femminile, è il suo tema prediletto. Figure di giovani donne ritratte in pose spontanee e lievi che raccontano dolcezza e seduzione.
Per quindici anni Francesca, insieme al marito Damiano, ha lavorato con pazienza e tenacia alla rinascita della casa: “Conosciamo ogni centimetro della nostra abitazione.” L’hanno smontata, pezzo per pezzo, come si sfoglia un libro antico per riscriverne le pagine con nuova poesia.
“Quando l’abbiamo comprata,” racconta Francesca, “abbiamo iniziato a viverla subito, pur non essendo ancora completamente ‘casa’. Non potevamo dormirci, ma ci stavamo comunque. Era già nostra anche quando ancora non lo era del tutto. Forse abbiamo avuto un pizzico d’incoscienza oppure abbiamo guardato oltre l’esistente.”
L’ingresso è un inno all’accoglienza. Un vecchio tavolo è stato adattato con amore, circondato da sedie, ognuna con il proprio vissuto e la propria piccola storia. Ogni porta nella casa è unica. Recuperata, reinventata, parla un linguaggio personale: “Amiamo profondamente l’arte del riuso,” raccontano. “Le travi del vecchio solaio sono diventate elementi d’arredo, il pavimento è stato ricavato con materiali recuperati. Le mura rifinite con calce romana, scelta per la sua texture naturale e il suo respiro antico.”
Le luci sono soffuse, pensate per accompagnare i silenzi e seguire l’anima della casa. Disposta su due piani, la Casa Color Sabbia alterna spazi di raccoglimento e di convivialità. Al primo piano due poltrone da cinema all’aperto recuperate, mobili provenienti da un palazzo dismesso a Montiano. Specchi, utensili, oggetti di ogni tipo, tutti selezionati, rimodellati e inseriti con grazia in una narrazione coerente.
E poi vi è il mare, che si mostra attraverso i vetri delle finestre: “Per me, era indispensabile,” confida Francesca. “Ogni mattina quando mi sveglio lo vedo da lontano, è una presenza lieve ma costante. La nostra casa apparentemente lontana è invece per noi centrata su ciò che conta. Lo spazio ideale per immaginare, il tempo lento e il piacere dell’ascolto del silenzio.”
Ritornando al piano terra della Casa Color Sabbia si entra nello studio di Francesca, un luogo luminoso, incorniciato da pareti esposte a nord, sud e ovest, dove la luce naturale danza sulle superfici delle sue sculture. È qui che nascono i suoi ‘contenitori di emozioni’: oggetti in terracotta plasmati a mano, scrigni pensati per custodire ricordi e frammenti di vita.
Andando nel retro della casa un lungo tavolo rivela la vocazione di questa famiglia che si apre al mondo, alla realtà e che in tante occasioni accoglie ospiti, esperienze e idee con lo sguardo rivolto al campo di 11.000 piante di lavanda, protagonista di questa dimora immersa nella natura. Da questo legame profondo con la terra nascono Le Galanterie, una linea di prodotti artigianali alla lavanda ideati da Francesca e Damiano.
Le Galanterie includono i ‘camini emozionali’: diffusori in argilla dalle forme sinuose o che rimandano alle immagini degli antichi bidoni del latte, realizzate da Francesca seguendo un antico metodo etrusco. Oltre a sprigionare profumi delicati, questi oggetti sono vere e proprie sculture, capaci di arredare e sorprendere.
Salendo al piano superiore, l’antica scala del fattore conduce a un soggiorno dal fascino retrò, dove il rustico della calce incontra l’eleganza degli arredi d’epoca sapientemente disposti per valorizzare lo spazio. È evidente lo sguardo creativo e la capacità di andare oltre agli schemi di Francesca, che anche nell’arredamento come nella sua opera scultorea riesce a caricare ogni elemento di un significato molto più alto di quello che è la semplice funzionalità.
Un letto è trasformato in un sofà dal gusto quasi coloniale, la cucina cuore pulsante della casa è un’esplosione di colori. Francesca Faraoni ha voluto uno spazio non convenzionale prediligendo armonie cromatiche e accostamenti inediti. Spicca, nella zona giorno, una grande vetrata a tutta altezza frutto del recupero di una struttura industriale, un esempio di riuso intelligente e perfettamente integrato con la Casa Color Sabbia. Uno spazio fuori dal tempo, creato nel tempo, e che come tutte le opere di Francesca contiene e libera le emozioni di chi la vive.




















