Una svolta nella vita di Lorena Fulgini, co-founder e marketing manager di Arredoclassic, una delle icone dell’arredo classico e dell’artigianato di alta qualità all’interno del distretto pesarese del mobile. Laurea in Economia e Commercio, esperienza sul campo guadagnata giorno dopo giorno, ascoltando e imparando da quello zio che poi è diventato suo socio nell’attività e che ha contribuito a trasformare la passione in lavoro.
D. Un passaggio non immediato…
R. “E non facile. Lavoriamo in una nicchia di mercato e, almeno all’inizio, i prodotti erano destinati a mercati lontani e a gusti diversi dal mio. La sfida è stata principalmente quella di capire, acquisendo esperienza, visitando clienti in paesi diversi per identificare il prodotto specifico per i consumatori.”
D. È stato un lavoro di squadra?
R. “Sì, affiancata sia dai nostri designer che dal team dell’ufficio tecnico, con l’obiettivo di trovare la miglior combinazione tra gusto, design ed equilibrio dei prezzi. Il lavoro di squadra è oggi la nostra forza.”
D. Lorena Fulgini, che significa essere una donna al comando di un’azienda di famiglia e in questo ambito?
R. “La mia famiglia è nel settore dell’arredo dal 1954 e, a livello dirigenziale, i ruoli sono stati principalmente maschili. Il mio percorso è stato abbastanza naturale: mi sono trovata molto coinvolta nel lavoro e, magari, dimostrando anche alcune capacità.
Ad esempio, mi occupo della parte commerciale ed è normale avere un ruolo anche decisionale.”
D. Qual è il plus di una donna che disegna le strategie di un’azienda di arredamento?
R. “Domanda difficile, non si tratta tanto di avere ‘di più’ o ‘di meno’, ma di avere prospettive e approcci diversi che possono arricchire l’azienda. Ad esempio, le donne spesso eccellono nelle competenze relazionali e comunicative, ma anche per multitasking e flessibilità con un maggiore orientamento al consumatore.
Forse, il mio apporto è stato quello di dare all’azienda una visione anche un po’ più creativa, attenta al gusto e all’evoluzione del mercato, anche in termini di promozione e marketing.”
D. Come si sta in famiglia e in un’azienda familiare?
R. “È una sfida sempre molto difficile. Parto dalla mia famiglia: ho tre figli adolescenti e lavoro da poco prima del matrimonio, quindi tutto il mio percorso è stato caratterizzato da una ricerca continua di equilibrio tra essere mamma e imprenditrice.
Quanto all’azienda familiare, quando si lavora con passione e con il coinvolgimento di un team di persone collaborative e attente, all’interno del quale c’è uno scambio costruttivo, anche di tempo e di energie che vanno oltre il rapporto titolare-dipendente, è più facile lavorare. Devo però ammettere che il mio percorso non è stato semplice.”
D. All’interno dell’azienda è facile condividere visioni e decisioni?
R. “Da sempre abbiamo basato il nostro rapporto sul dialogo, sul confronto e sull’analisi delle idee e dei progetti. Va anche detto che ognuno ha le proprie responsabilità e alla fine abbiamo sempre trovato un accordo.”
D. Lorena Fulgini, lei è presidente del gruppo Arredo di Confindustria Marche Nord: come sta il mobile pesarese tra dazi, sanzioni, guerre, tensioni geopolitiche e molto altro?
R. “Purtroppo, stiamo attraversando una situazione congiunturale veramente difficile. Alla fine del primo trimestre di quest’anno le esportazioni sono calate di circa il 6% e il mercato italiano continua a essere debole.
Questa frenata è iniziata lo scorso anno, proprio a causa delle diverse crisi internazionali, a cominciare dalla guerra tra Russia e Ucraina, fino al pesantissimo conflitto in Medio Oriente, alla svalutazione di alcune monete, anche su un mercato promettente come quello africano, dove il potere d’acquisto è veramente ridotto.”
D. A proposito: qual è l’impatto dei dazi americani a oggi?
R. “C’è talmente tanta incertezza che gli operatori esteri, sia l’importatore che il dealer, sono in estrema difficoltà, anche rispetto alle scelte di investimento da portare avanti. Il settore del mobile, fortemente orientato all’export, risente delle politiche protezionistiche. Questo ha portato a una contrazione della domanda e a un rallentamento della crescita del settore.”
D. Resta ottimista?
R. “L’attuale incertezza ci impedisce di avere una visione chiara, al momento. Le aziende stanno cercando di diversificare i mercati di esportazione e di rafforzare i legami commerciali per mitigare gli effetti negativi dei dazi. Come imprenditori siamo pronti a investire ma il nostro coraggio va sostenuto da politiche italiane ed europee adeguate.”