Proprio al culmine del suo percorso, a Parigi, con la seconda partecipazione olimpica, la ventitreenne ginnasta ravennate Milena Baldassarri ha deciso di terminare la sua carriera. “La scelta l’ho maturata al termine delle Olimpiadi,” ammette.
“Le belle sensazioni che mi ha lasciato Parigi e l’energia che ho percepito mi hanno fatto capire che non c’era niente di più che potessi volere. Poi ho continuato a gareggiare e ho atteso la fine dell’anno per rendere pubblica la mia decisione, che ho ovviamente comunicato alla mia società e ai miei familiari: se l’aspettavano.”
Milena è diventata la terza ginnasta italiana dopo Giulia Staccioli e Irene Germini a partecipare a due rassegne olimpiche: a Tokyo 2020 (ma si è gareggiato l’anno dopo), con il sesto posto, è stata la prima italiana a ottenere un risultato così alto nella finale individuale all around.
“Ovviamente le due Olimpiadi sono state l’apice della mia carriera,” ammette, “anche perché sono state molto diverse tra loro. In Giappone eravamo nel pieno periodo del Covid: abbiamo gareggiato senza pubblico e ci siamo mosse tra tante restrizioni. A Parigi sapevo cosa aspettarmi sotto il profilo tecnico e agonistico ma non sapevo come sarebbe stato essere in pedana davanti al pubblico. Devo dire: è stato bellissimo. E anche al villaggio olimpico si è respirato un’aria di pace, di unione, di amicizia: proprio quello che lo sport deve dare prima di tutto.”
Ci sarebbero state ancora tante sfide sportive davanti a Milena, ma alla fine ha prevalso anche la stanchezza, un elemento ineliminabile di una disciplina, la ginnastica ritmica – ma lo stesso discorso si può fare per l’artistica – che chiede un tributo altissimo in termini di preparazione e tempo da spendere in palestra. Così dopo 15 anni di attività, l’usura inevitabilmente si sente.
“Noi ci alleniamo tantissime ore, almeno otto ogni giorno, con tutti i sacrifici che questo comporta,” fa notare, “ed è inevitabile che la carriera di una ginnasta sia più breve di tante altre, anche perché inizia molto presto. Mettiamoci anche un carico molto forte sotto il profilo mentale. Però, la ginnastica è uno sport bello sotto tutti i punti di vista, ti forma caratterialmente e ti fa crescere a tutti i livelli.
Lo consiglio a ogni ragazzina. Ma in generale, penso che fare sport sia importante, qualunque sia, se trasmette passione e voglia di farlo. E poi è importante darsi piccoli obiettivi, lavorando ogni giorno per conquistarli: quello grande, subito, non funziona. Lo sport non è tanto o solo la medaglia che si può conquistare o l’esito di una gara: è soprattutto divertimento, stare in compagnia, divertirsi.”
Per Milena fare sport era scritto nel destino, con la mamma nuotatrice. E infatti il primo impatto è con una piscina. Ma poi arrivano sci, equitazione e danza prima della folgorazione per la ginnastica ritmica, “lo sport in cui mi sentivo più a mio agio, in cui sentivo di esprimermi meglio.”
Così all’età di cinque anni è allo Zodiaco, poi passa all’Edera, alla Gymnica ’96 Forlì, con la quale partecipa alle prime finali nazionali, e da lì il salto a Fabriano, dove resta 11 anni. Scuola di vita e di sport per Milena. “Non solo un team ma anche una nazionale aggiunta viste le tante atlete di alto livello che hanno militato e militano lì.” Una su tutte, Sofia Raffaeli, amica e compagna anche in nazionale. “Siamo cresciute insieme e siamo molto affiatate,” ammette Milena.
“Quando le ho comunicato che smettevo, l’ho vista rattristata. Quando ho modo, la vado a trovare.” Ora per Milena, che appartiene al Gruppo sportivo dell’Aeronautica militare, è una sorta di tempo sospeso. Con il ricordo ancora fresco dell’esperienza sportiva maturata e un futuro tutto da programmare.
“Il mio podio preferito? Ho vinto tanto e serbo grandi ricordi di tutta la mia esperienza. Ma se devo fare una scelta le gare che mi hanno trasmesso più emozioni sono state il Mondiale a Sofia nel 2018 dove ho vinto l’argento e ovviamente le due Olimpiadi, quando ho avuto la conferma di essere entrata in finale.”
E sul futuro non si sbilancia. “Sono stata chiusa dentro quattro mura per anni. Ora voglio scoprire cosa c’è fuori e scoprire me stessa. Sto iniziando a studiare per prendere il patentino da allenatrice, poi vedremo. In questo momento non so se farò poi davvero l’allenatrice. Intanto ringrazio il corpo dell’Aeronautica che mi aiuta in questa fase a trovare la mia nuova via. Facendomi restare nel corpo e permettendomi di restare a Vigna di Valle.”