Pickleball mania

di Massimo Montanari, foto Massimo Fiorentini
Il nuovo sport fra tennis e padel al Circolo Zavaglia
Se non è una mania, è destinato a diventarla. Come è successo a sport simili che l’hanno preceduto, non ultimo il padel.

Anche a Ravenna sta crescendo il movimento del pickleball, una sorta di mezza via tra il tennis, il padel e il ping pong, giocato su un campo da badminton. E la nostra città sta specializzandosi per diventare un centro di riferimento nel territorio. Grazie al Circolo Tennis Zavaglia, che innanzitutto ha gettato il seme organizzando per tutta l’estate tornei e sessioni di prova tra i propri soci e non, in collaborazione con Benosports di Mirco Benini, l’associazione sportiva che è tra i principali promotori del pickleball in Romagna e in Italia.

“Abbiamo avuto anche tornei con una trentina di partecipanti su due turni,” ammette Nicolò Urbinati, referente organizzativo del pickleball per il circolo ravennate e futuro maestro federale. “E abbiamo calcolato un totale di un centinaio di praticanti nei tre mesi di attività. Mi piace dire che abbiamo creato una community. Giocano, si divertono, ritornano. Alcuni hanno anche acquistato la racchetta e questo è il segnale evidente che questo sport sta piacendo sempre più. E la cosa bella è che abbiamo visto gente di tutte le età, bambini, ragazzine e ancora adulti, anche over 60 con la passione del tennis che però si divertono a praticare il pickleball.” 

Poi ha avviato le procedure formali burocratiche per accreditarsi come primo centro di promozione e diffusione di questo sport. “La data segnata sul calendario è quella del 17 dicembre,” spiega Urbinati. “Abbiamo avuto l’ok dalla Federazione e ora stiamo lavorando per farci trovare pronti a quello che per noi sarà un punto di svolta. Prevediamo un aumento dell’attività perché un centro di pickleball qui attirerà molti praticanti da tante regioni del centro nord. E poi diventeremo centro di formazione di molti maestri, tra cui anche quelli di tennis, che potranno convertire le loro competenze sul pickleball.”

“Siamo consapevoli,” aggiunge Antonella Trenta, consigliere del Circolo Tennis, “delle difficoltà del percorso che ci attende. Perché per essere scuola federale bisogna formare i maestri, addestrare atleti, attrezzare le strutture e mettere a norma i campi. Ma vedere la velocità con cui il pickleball sta crescendo ci conferma che questo è il momento giusto per fare questo passo.” 

Al momento, un campo da tennis è stato riconvertito in sede del pickleball, con 4 mini campi ritagliati al suo interno. Una scelta che permetterà di giocare anche in inverno con il montaggio del pallone pressostatico. Quindi, Ravenna presto capitale italiana del pickleball? I presupposti ci sono tutti, anche perché questo sport sta correndo velocissimo.

Ha avuto la sua culla negli Stati Uniti, negli anni Sessanta. In Italia è arrivato solo nel 2018 e ha generato subito una Federazione, la Aip (Associazione italiana pickleball), membro ufficiale della Federazione internazionale. È poi finito nel solco delle attività della Fit (Federazione italiana tennis) che lo ha inserito tra gli sport che saranno promossi fra gli alunni delle scuole primarie e secondarie, nell’ambito del progetto Racchette in Classe 2024, con il quale la Fit si affianca alla Fitet (Federazione italiana tennistavolo) nella promozione dei giochi sportivi di racchetta e nella distribuzione di materiale tecnico nelle scuole primarie con specifiche figure professionali.

“Per questo progetto la Federazione ha investito 6 milioni di euro,” fa sapere Urbinati, “con i quali acquisterà anche racchette da pickleball in modo da incuriosire, stimolare e avvicinare gli studenti a questo sport.” La sua diffusione è stata favorita dalla facilità con cui lo si apprende e dal fatto di essere uno sport praticabile da tutti, a prescindere dall’età o dalle condizioni fisiche. “E poi dobbiamo considerare la facilità dell’apprendimento,” sottolinea Urbinati, “e il coinvolgimento. Si gioca prevalentemente in coppia, quindi quattro persone in campo. Si fa squadra.

Il punteggio è diverso dal tennis [Ndr, ricalca la formula della pallavolo ante rally point system, il punto è valido solo quando si è in battuta, altrimenti si fa cambio palla], il campo è più piccolo e spaventa meno chi magari non ha molto allenamento. È aggregativo e cementa amicizie. Lo abbiamo sperimentato in questi mesi.” Si assegna la vittoria al primo che raggiunge gli 11 punti, purché ci sia uno scarto di due lunghezze rispetto all’avversario.

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Pickleball mania
“Diventeremo il primo centro di promozione di questo sport proveniente dagli Usa,” afferma il referente Nicolò Urbinati. “È uno sport praticabile da tutti. Organizzeremo tornei e una scuola.”
La pallina – di plastica dura, leggera e piena di fori, fatta per non prendere mai velocità – può fare solo un rimbalzo per lato. La racchetta è più piccola rispetto a quella che si usa nel tennis, è piatta, a forma quasi rettangolare e con un’impugnatura più corta, quasi come quella per il tennistavolo. La rete è a un’altezza di poco superiore ai 50 centimetri e nel campo c’è una zona, a ridosso della rete, detta no fly zone, nella quale non si può prendere al volo la palla, pena regalare un punto all’avversario.

“Il futuro? Sicuramente organizzeremo più tornei e inizieremo una promozione nelle scuole con i maestri,” conclude Urbinati, “e puntiamo a creare una vera e propria scuola di pickleball sul modello di una scuola di tennis.”

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