Al 6° Forum Mondiale dell’Enoturismo dello scorso settembre ad Alba è emerso che l’andar per vigne rappresenta un mercato con 14 milioni di appassionati di cui il 60% sotto i 35 anni: delle generazioni, quelle dei Millenials e Gen Z, di veri wine lovers!
Incontriamo Beatrice Miserocchi. Le indicazioni su dove sia il suo laboratorio sono un po’ vaghe: tra Russi e San Pancrazio, ci dice al telefono, dove vedrete una casa gialla con una indicazione piuttosto visibile: Cappelletto 82.
Ristoranti, trattorie e osterie, come novelli ambasciatori del made in Italy, hanno un ruolo strategico per la valorizzazione e promozione del territorio.
“Il nostro mondo è complesso, con problemi complessi che devono essere affrontati con tutte le conoscenze e le strategie che abbiamo. I forni solari non sono la soluzione alle emissioni nocive o alla crisi energetica, ma rientrano in una strategia di risparmio più ampia.
Non è certamente una novità, neanche per i colli riminesi, che il vino con la sua storia e il suo messaggio di condivisione possa svolgere il gradito (e oneroso) ruolo di ambasciatore di un territorio. Lo dicono ricerche, studi e analisi a livello nazionale e internazionale, e ce lo conferma localmente la recente esperienza di successo della Rebola.
A San Benedetto in Alpe, a poca distanza dal confine con la Toscana, si trova un luogo speciale dove le generazioni di una famiglia si sono susseguite, senza soluzione di continuità, a partire dal lontano 1822.
Il grano e la zizzania, due elementi che secondo la parabola del Vangelo non collimano, sono in contrasto. Come può, di fatto, una erbaccia infestante, la zizzania, crescere in armonia con il frumento più prezioso e antico del mondo, il grano?
Ogni domenica alle 12, da trent’anni, si siede con la moglie per pranzare al suo tavolo preferito, nella sala che ha allestito con le opere dell’illustre concittadino, il pittore Guido Cagnacci.