Mura cittadine: il progetto di riqualificazione

di Chiara Bissi, foto Massimo Fiorentini
Il nuovo circuito percorribile che arricchisce l’offerta turistica
Tanti i progetti e gli impegni presi negli anni, ma i frutti sono arrivati con l’attuazione di una strategia per stralci che punta a un recupero graduale dei 2.500 metri rimasti, dopo le tante demolizioni avvenute a partire dal Settecento fino a quelle novecentesche per cause belliche e per scarsa tutela a fronte di frenetiche attività edilizie.

L’impianto delle mura cittadine raggiunse nell’età tardo antica, con gli imperatori Onorio e Valentiniano III, la misura massima di cinque chilometri con diverse torri di guardia. Oggi il sogno è quello di rendere percorribile il tratto che dal limitare dell’ex Caserma Dante e dai resti di Port’Aurea arriva alla Rocca Brancaleone. E, anche se per porzioni frammentate, raggiunge Porta Nuova.

Il circuito delle mura cittadine una volta riqualificato rientrerà così nell’offerta turistica. Con tratti percorribili, comprendendo come fulcro la Rocca Brancaleone costruita tra il 1457 e il 1470, anch’essa oggetto di ripetuti interventi.

“L’impegno,” spiega l’assessora all’Urbanistica e lavori pubblici Federica Del Conte, “è quello ogni anno di fare un intervento. Compiuto il tratto di mura di via circonvallazione piazza d’Armi e quello di Porta Teguriense, in prossimità di Porta Adriana, nel 2024 sarà la volta della porzione che va dal monumento del Ponte degli Allocchi fino a Port’Aurea.

L’obiettivo è ricostruire dove possibile i percorsi sulle mura cittadine. Anche in chiave turistica per ritrovare un patrimonio vissuto e frequentato, allontanando la percezione di degrado e insicurezza. Per quanto riguarda il tratto che corre nel comparto ex Amga, vicino a Porta Serrata, con il piano attuativo (Pua) approvato e i permessi di costruire, il recupero delle mura sarà a carico del privato.”

Infine la Rocca Brancaleone, che rappresenta il punto di maggior interesse del circuito delle mura cittadine. E per la quale c’è un intervento finanziato con risorse statali per 4 milioni di euro. “Nel 2024 partirà il cantiere della parte interna della Rocca, dopo che nel 2023 si è compiuto il restauro degli apparati murari dell’intero fortilizio.”

La parte della rocca vera e propria, da tempo adibita a spettacoli e proiezioni, subirà un intervento complesso. Che va dalla pavimentazione all’allestimento di un’arena per 1.400 spettatori, la costruzione dei servizi igienici e della cabina di regia. Il rifacimento del palco e dello schermo per le proiezioni cinematografiche.

Scomparsa dalle previsioni invece la copertura e la ricostruzione della parte sommitale dei torrioni. Anche l’area esterna oggi utilizzata come parcheggio verrà riqualificata. Per finire con Porta Adriana per la quale era previsto un utilizzo come locale pubblico. Ma il bando di gara è andato deserto più volte, ed è quindi in attesa di una futura destinazione pubblica. E poi Largo Giustiniano e in futuro la ricucitura del percorso che da lì raggiunge il parcheggio di Porta Cybo.

Prima del 2020 era stata la volta del tratto che da via Oberdan arriva a via Cura. E, più precisamente, la parte che dalla chiesa del Torrione si snoda verso via Cura. Per aumentare la sicurezza, grazie a un accordo tra Comune e Regione, lì verrà potenziata la videosorveglianza e l’illuminazione pubblica, e ripensato l’arredo urbano. Con un progetto da 98.500 euro, coperto dalla Regione con 78.000 euro e per la somma restante dall’amministrazione comunale, sono previsti inoltre attività educative di strada. Per affrontare i fenomeni di insicurezza.

Per secoli le mura cittadine hanno svolto una funzione di difesa non solo dagli eserciti nemici ma anche dalle bande di banditi che infestavano il territorio. Mentre nulla poterono contro le ricorrenti inondazioni dei fiumi Ronco e Montone fino all’anno 1735 quando ne ordinarono la diversione.

Gli ultimi lavori di riparazione si ebbero negli anni tra il 1778 e il 1795. Quando con l’epoca moderna persero la funzione difensiva per assumere quella di cinta daziaria. Fino alle grandi distruzioni dovute alla costruzione della linea ferroviaria a partire dal 1863.

Durante i lavori di realizzazione del prolungamento del sottopasso ferroviario con approdo in Darsena di città nel 2020 è emersa una porzione di mura. Le indagini archeologiche confermano uno spessore di circa 3 metri per un’altezza che poteva raggiungere in antico i 10 metri. Nel 2022 è giunto a compimento il restauro di Porta Teguriense, promosso dalla Soprintendenza e sostenuto dal Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Lungo il tratto di mura cittadine che va da Porta Adriana a Porta Serrata. Nell’area verde in via Mura di San Vitale dedicata a Teresa Gamba Guiccioli.

Lungamente coperta e non leggibile, per la restituzione hanno eseguito un rinforzo statico degli archi. Mentre i paramenti murari hanno subìto un intervento di pulizia, diserbo e consolidamento. Nonché da interventi di ‘cuci-scuci’.

Da ultimo, sarà realizzata una passerella pedonale che collegherà il giardino Teresa Gamba alla porzione di mura che va da via San Vitale a Largo Giustiniano. E che consentirà, nel tratto centrale, di poter osservare l’antica porta da un punto di vista privilegiato.

Mura cittadine: il progetto di riqualificazione
In apertura, il percorso tra le antiche mura in via fiume montone abbandonato. Sopra, Porta Adriana, conosciuta anche come Porta Cavour. Sotto, Porta Teguriense sottoposta di recente a un lavoro di recupero.
Mura cittadine: il progetto di riqualificazione
Questo stralcio si inserisce in un più vasto programma di valorizzazione che vede come prossimo intervento il restauro del Torrione della Polveriera. Poco distante dalla Porta Adriana, la Porta Teguriense, dal nome del fiume Tegurio (Lamone), che scorreva a nord era uno degli accessi più importanti della città per raggiungere la zona monumentale.

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