Ylenia Roma, tessere di emozioni

di Aldo Savini, foto Lidia Bagnara
I mosaici Di Ylenia Roma Tra Espressionismo E ricerca
Come tanti ragazzi che avvertivano il fascino dei mosaici e dell’arte, alla fine delle scuole medie, Ylenia Roma nel 1992 si iscrive all’Istituto d’Arte per il Mosaico Gino Severini proprio perché più affine al suo modo di essere. Dopo i tre anni base ha optato per l’indirizzo di restauro per entrare in contatto diretto con i mosaici: con la scuola si andava sul posto, e in quegli anni erano aperti gli scavi della Domus del Chirurgo a Rimini e quelli della Domus dei tappeti di pietra in via Massimo D’Azeglio a Ravenna.

Tra gli insegnanti, Ylenia Roma ricorda particolarmente, per i primi anni, Marco De Luca e per il restauro Paolo Racagni. Finita la scuola ha lavorato con la ditta Etra di Lugo per 5 anni. È partita da mosaicista ma poi ha sperimentato sotto la guida di Michele Pagani anche il restauro pittorico.

Per esigenze di stabilità, e soprattutto per avvicinarsi a casa per impegni familiari, è entrata alla Sicis di Ravenna, essendoci allora una grande richiesta di personale con una formazione lavorativa di base. Tuttora lavora con soddisfazione come mosaicista all’impostazione di lavori di grandi o piccole dimensioni.

Si parte da un formato pretagliato che poi viene successivamente lavorato con martelline e tenaglie per mosaici destinati al rivestimento di alberghi e ville. Pur gratificata, avvertiva il desiderio, quasi un bisogno, di uscire da questa attività che richiedeva professionalità ma non un impegno creativo personale.

L’occasione per sperimentare le proprie possibilità inventive le è stata offerta dalla pandemia. Quando ha avuto il tempo che le è sempre mancato per iniziare a esplorare una forma nuova di mosaico di ricerca. Con l’uso di materiali di riciclo.

Il suo mosaico si allontana da quello bizantino e da quello moderno di tradizione, per la figurazione realista, ispirata all’espressionismo. I suoi lavori non sono molto studiati, sono piuttosto istintivi, partono da un’emozione e anche dall’aver individuato materiali che le stimolano l’immaginazione. Materiali ed emozione quindi la guidano per trovare il soggetto giusto, principalmente riconducibile alla figura femminile.

Il punto iniziale sono gli occhi che devono essere espressivi. Ed è quasi immediato il richiamo al volto di Teodora nel grande mosaico in San Vitale. Poi procede alla costruzione completa dell’immagine con materiali diversificati. Dalle conchiglie ai metalli, dai frammenti di ceramiche ai legni, dai vetri o piccoli oggetti d’uso quotidiano, ai marmi.

In gran parte sono ritratti femminili immaginari. Altri prendono spunto da persone reali a lei vicine che le suggeriscono quell’emozione che le consente di indagarne la psicologia. Per fornire l’immagine di gioia, di sofferenza o di nostalgia propria del personaggio. Per l’aspetto tecnico, la formazione scolastica le ha fornito le basi. Soprattutto la regola dell’andamento, che dà il movimento apparente con incastri che richiedono uno studio di forme e colori.

Ylenia Roma si lascia guidare sempre dal colore e cerca di trovare l’incastro perfetto, che può partire da una tesserina piccolissima accostata a quella più grande, per poi procedere cercando quelle soluzioni che rendono l’effetto visivo fortemente espressionistico, sia formale che cromatico. La realizzazione di un lavoro richiede molto tempo, quasi 20 giorni, a seconda della grandezza, anche se il metodo diretto risulta più veloce rispetto a un’opera su calce o argilla perché lavorato direttamente su un supporto di legno con paste e siliconi.

Recentemente è entrata in contatto con Lea di Pixel Mosaici, con la quale collabora occasionalmente per workshop dedicati ai ritratti di animali, disponendo nel suo B&B di un laboratorio per corsi di mosaico. Nel periodo della Biennale esporrà con altri artisti nella Galleria Ravenna Art Gallery e parteciperà al progetto dell’Associazione Dis-Ordine con un’installazione nella Via Portone, museo a cielo aperto, la via storica dei mosaicisti. 

Ylenia Roma, tessere di emozioni
Dopo aver lavorato alla ditta Etra di Lugo e alla Sicis di Ravenna, durante la pandemia inizia a esplorare una nuova forma di mosaico di ricerca, con l’uso di materiali di riciclo. Trova così una nuova dimensione liberando la creatività.

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