Franco Palazzo: scavare nella memoria

di Aldo Savini, foto Lidia Bagnara
La forte tensione espressiva delle opere di Franco Palazzo
Nelle sue opere più recenti continua a inseguire icone che, in una visione arcaicizzante, emergono dalla memoria di un mondo mediterraneo solare, accompagnato da lontani echi di una memoria epica.

Nato a Crispiano nel 1938, conseguito il diploma all’Istituto Tecnico Pitagora di Taranto, Franco Palazzo a vent’anni frequenta una scuola militare conseguendo le stellette da Ufficiale dell’Esercito. Nel 1962 lascia la carriera militare per il lavoro nell’ambito civile e nel 1965 approda a Ravenna, dove attualmente vive e lavora.

La città dell’arte e del mosaico lo conquista tanto da risvegliare la sua passione per l’arte, sempre presente in lui fin da ragazzo. A ciò contribuiscono le amicizie e le conoscenze che frequenta con reciproca stima. Tra queste, Verlicchi, Onofri, Morandi e, fra tutti, Pino Morgagni, col quale dividerà lo studio

Spinto dal desiderio di apprendere tutto ciò che ha attinenza con l’arte, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Frequenta i corsi di Tecniche dell’Incisione di Matteo Accarino. Contemporaneamente si esercita nella riproduzione di opere a olio della grande storia dell’arte, in particolare del Guercino.

La ricerca nei vari ambiti espressivi, dall’incisione alla pittura, dal disegno all’acquerello, non è mai occasionale. Circola tra i suoi interessi come in vasi comunicanti e si concentra su un tema o un soggetto che indaga nei vari aspetti e possibilità espressive.

La pittura a partire dagli anni Novanta è al centro delle sue attività espositive in Italia. Alle quali ha partecipato il poeta ravennate Nevio Spadoni, e anche in Spagna, Francia, Austria, Croazia, Bosnia ed Erzegovina.

I pittori ravennati con i quali andava a dipingere en plein air in pineta o al mare risentivano di una pittura accademica di derivazione tardo ottocentesca, rivisitata dagli allievi della scuola di Luigi Varoli. Mentre da autodidatta si impegna attivamente. Partecipa anche alle serate alla Gardela, ma soprattutto si esercita per apprendere le tecniche di composizione e dell’uso dei colori tanto da svincolarsi dalle influenze locali.

Abbandona il tonalismo romagnolo e trova una sua identità stilistica nella pittura da cavalletto sperimentando l’intreccio tra la figurazione e l’astrazione per un figurativo pieno di luce. Che lo riporta alle sue origini pugliesi, rinvigorite dai viaggi estivi.

Lo spirito di ricerca e la sperimentazione di nuove modalità espressive si sviluppano per cicli. Come Venezia, le Torri, gli Azulejos e i più recenti Arkhaeo e Paramorfico, intesi sempre come progetti, basati su un’idea. Filo conduttore, che garantisca quell’unità programmatica che sottragga le singole opere all’occasionalità.

Arkhaeo nasce dalla rilettura in chiave arcaica del tema archeologico, ricco di elementi fantastici. Come in un’immaginaria campagna di scavi alla scoperta di reperti archeologici ‘ri-creati’ che solo l’arte sa rendere visibili, sottraendoli al flusso vertiginoso del tempo che tende a oscurare i resti del passato. Gli oggetti, in cui la materia per metamorfosi rinasce a nuova vita assumendo forma di ‘icone spazio-temporali di materia-memoria’, sono collocati in teche lignee. Che fanno da cornice divenendo esse stesse parte dell’opera.

La superficie del quadro, con l’utilizzo di lamine metalliche che possono essere modellate, sbalzate e trattate per ottenere effetti visivi, fa sì che l’immagine esca dalla bidimensionalità. Trattenendo aspetti pittorici, plastici e incisori, nonché ‘paramorfici’ per il loro arcaismo, ovvero difformità stilistica. 

Franco Palazzo nelle sue opere più recenti continua a inseguire icone che in una visione arcaicizzante emergono comunque dalla memoria di un mondo mediterraneo solare. La cui percezione appare di grande nitidezza plastica, accompagnata da lontani echi di una memoria epica.

Franco Palazzo: scavare nella memoria
Qui sopra, l’artista Franco Palazzo. In apertura, una delle sue opere.
Pubblicato su Ravenna IN Magazine 03/25, chiuso per la stampa il 16/07/2025

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