Varcando la soglia della villa di Mauro Giovagnoli e Paola Mami, situata nella quiete della prima campagna cesenaticense, lo sguardo si apre immediatamente verso l’alto. Incontra un soffitto maestoso con travi a vista, candide come la luce estiva che le ispira. L’ingresso si fonde armoniosamente con il soggiorno. Qui un sofà dalle linee morbide è adagiato su un tappeto etereo, simile ad una nuvola. Per accogliere gli ospiti in un abbraccio di comfort e familiarità.
Un grande specchio di design, posizionato su un’intera parete, funge da punto focale della stanza. Si trasforma all’occorrenza in maxi schermo, mentre la scenografica scala in marmo e ferro battuto conduce con grazia al piano superiore, richiamando la bellezza di altri tempi. Qui modernità e minimalismo s’intrecciano sapientemente con la tradizione e i materiali pregiati, creando un dialogo tra stili e suggestioni.
Scelta oltre vent’anni fa da Mauro Giovagnoli, questa dimora, una volta che i figli hanno lasciato il nido, è stata oggetto di un raffinato restyling nel 2024. Per questo progetto, la famiglia si è ancora una volta affidata alla visione e alla sensibilità progettuale di Manuela Briganti. Una interior designer di grande esperienza che da sempre ha consigliato e affiancato i coniugi Giovagnoli nelle scelte più adeguate per le loro abitazioni.
“Ci fidiamo ciecamente di Manuela,” racconta l’imprenditore. “Sa interpretare le nostre esigenze e il nostro gusto in modo autentico. Ha curato anche l’arredo della nostra casa in montagna e quella di nostra figlia.” Tra i dettagli mantenuti, spicca l’elegante battiscopa alto in perfetto English style, un omaggio al gusto di Paola. La zona giorno è stata ripensata per accogliere una nuova sala da pranzo, mentre la cucina è stata completamente riprogettata, diventando il cuore tecnologico e visivo della casa.
Ed è proprio in cucina che si rivela uno degli elementi più sorprendenti dell’intero progetto. Allungando l’orizzonte visivo, subito si viene attirati da un geniale gioco di prospettiva realizzato grazie ad un’immagine tutta a parete del colonnato del Palazzo del Doge di Venezia che allarga lo spazio e lo allunga. Il contrasto tra l’estetica classica dell’immagine e le linee essenziali della cucina, firmata Arclinea, dà vita a un equilibrio perfetto tra antico e contemporaneo.
“L’interior di questa villa è stato curato in ogni singolo dettaglio,” racconta Manuela Briganti. “È il frutto di un progetto sartoriale, realizzato con passione e dedizione.” Tra gli elementi di design spiccano il divano di Edra, gli specchi scultorei di Fiam e i corpi illuminanti di Flos affiancati da pezzi unici disegnati dalla stessa Briganti e realizzati su misura da artigiani d’eccellenza. I pavimenti in autentico noce, levigati e trattati con cera naturale, aggiungono calore agli ambienti, mentre la balaustra in marmo – anch’essa progettata da Briganti – conferisce una nota scultorea alla composizione. Non mancano oggetti d’autore come preziose creazioni in vetro firmate Venini e le poltrone Cassina. “Il mio lavoro si fonda su sincerità, passione e fiducia reciproca. Ed è proprio questa relazione che permette di dar vita a spazi autentici, vissuti e perfettamente su misura,” spiega.
Un’abitazione pensata per condividere momenti speciali con amici e familiari. “Amiamo aprire la nostra casa ai nostri affetti. Mi piace molto cucinare,” ammette Paola, “e sono contenta di riunire le persone che amo a tavola. Proprio per questo abbiamo ampliato il soggiorno e creato una sala da pranzo esclusiva, perfetta per accogliere i nostri ospiti. Quando siamo molto numerosi, adoro riunire tutti nella taverna al piano interrato dove è presente un grande tavolo che può ospitare comodamente fino a 25 persone sedute.”
Amante del bello e dell’eccellenza artigianale, Mauro Giovagnoli porta avanti una storia familiare che affonda le radici nel cuore del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli. Dal 1950 la sua famiglia è protagonista del mondo delle calzature di qualità. Un’eredità nata con il nonno, ciabattino di talento, poi cresciuta grazie al padre che ha saputo espandere l’attività con visione e passione. “Dopo una fase difficile e la chiusura dell’azienda paterna, è stata l’amicizia con Sergio Rossi, unita ad un pizzico di fortuna, a permetterci di ricominciare daccapo. Ricordo ancora,” racconta Giovagnoli, “quando Sergio Rossi ci chiese di realizzare delle ballerine per lui, nel giro di poco tempo siamo stati scelti da Gucci e dal 2000 produciamo per la maison.”
Oggi l’azienda conta circa un’ottantina di dipendenti, a cui si aggiungono tanti artigiani che collaborano con l’impresa. Produce 400 paia di scarpe al giorno, 120.000 all’anno e mantiene altissimi standard qualitativi. “La qualità nasce dalle sapienti mani dei nostri artigiani che seguono con precisione i rigidi protocolli richiesti da Gucci, lavorando con passione.”
Il futuro dell’azienda è già in buone mani: il figlio Lorenzo da qualche anno affianca il padre Mauro. “Ho iniziato dalla produzione perché per saper gestire, bisogna prima saper fare e conoscere tutto di come si realizza una scarpa. Ora sto seguendo anche l’organizzazione dell’impresa,” spiega con entusiasmo.
Nella loro elegante villetta, tra fotografie che raccontano la storia della famiglia e quelle d’autore firmate da Giulia Marchi, artista riminese, emerge un amore autentico per l’estetica, la cultura e l’arte made in Italy. “Anche quando siamo in viaggio, la mente torna spesso al lavoro,” confessa l’imprenditore. “Mi capita di visitare gli atelier di Gucci. Le nostre scarpe sono piccole opere d’arte che partono da qui per vivere il mondo.”