Ad affermarlo è Sergio Foschi, classe 1949, un uomo che di penne e di matite se ne intende. Cresciuto nella cartoleria del padre, dall’età di 3 anni ha respirato il profumo della carta. E ha trasformato la piccola attività di famiglia in Minerva 2000. Un realtà commerciale dedicata alla vendita all’ingrosso di cancelleria che ha da poco festeggiato i 70 anni dalla sua nascita.
Il gruppo Minerva, la cui cellula primordiale è stata la cartolibreria, oggi è sempre presente in città con la cartoleria sotto i porticati di Piazza del Popolo a Cesena e si sviluppa in due grandi magazzini. Uno a Cesena e l’altro a Macerata per un totale di 7.000 mq. Minerva 2000 si occupa della distribuzione di prodotti di cancelleria e cartoleria da Bologna alla Romagna, Umbria e Marche. Conta 17 dipendenti e 13 agenti. Una realtà che nel 2022 ha chiuso con 9 milioni di fatturato.
Dinamico, lungimirante e molto carismatico, Sergio Foschi ha intuito sin dai suoi primi passi nel mondo del commercio che le relazioni e il prodotto di qualità avrebbero fatto la differenza. Così se da una parte ha investito in Minerva 2000, dall’altra è stato tra i primi del suo settore a inaugurare una stagione di viaggi premio per i suoi clienti. E questo ha senza dubbio favorito la nascita di relazioni importati con i suoi cartolai, molti dei quali sono diventati amici e suoi preziosi sostenitori.
“Tutto ha avuto inizio,” racconta Sergio Foschi, “nel 1952 quando mio padre Carlo, intuendo che l’Italia si stava apprestando a scolarizzare la maggior parte della popolazione, ha scelto di cambiare vita. Ha rilevato una piccolissima cartoleria, già ai tempi chiamata Minerva e sorta nel 1947, in Piazza del Popolo. L’attività, attigua alla nostra abitazione, grazie al savoir-faire di mio padre e alla sua determinazione, è cresciuta notevolmente.”
La storia di Minerva 2000 s’intreccia con quella della famiglia di Sergio Foschi. Prima la società Minerva Gross Snc con i fratelli Mirna e Stefano. Poi il balzo in avanti con Minerva 2000 e l’ingresso del figlio di Sergio, Michele e della nuora Fiorenza. Senza dimenticare Luca Piva, lo storico collaboratore che è nel gruppo dal 2000.
“La nostra è una squadra stupenda. Mio figlio Michele, che oggi sta prendendo in mano le redini di Minerva 2000, è un leader nella logistica. E Luca nell’ambito commerciale è imbattibile. Mio fratello Stefano si occupa di tutta l’amministrazione ed è una garanzia. Senza anche solo uno di loro, tutto questo bello che abbiamo costruito non sarebbe stato possibile.”
Sergio Foschi ha imparato il mestiere sul campo e subito ha condiviso il suo progetto imprenditoriale con l’amata moglie Chiara, volto notissimo a Cesena che tanti ricordano ancora oggi come la ‘signora di Minerva’. Che grazie al suo stile elegante e la sua cortesia signorile ha saputo trasformare la cartoleria in una bottega di prodotti di cancelleria di qualità e di regali originali e raffinati.
Tante tappe per un percorso che inevitabilmente è stato segnato dal cambiamento dei costumi dell’Italia degli anni cinquanta, che ha avuto come sfondo il periodo del boom economico e l’avvio della scuola dell’obbligo.
“Dopo i primi anni di vendita all’ingrosso nei locali della cartoleria,” continua Sergio Foschi, “abbiamo aperto un magazzino di 100 mq lì a fianco solo dedicato all’ingrosso. Erano i primi anni Settanta quando ho avviato così la mia piccola impresa. Ho fatto di tutto. Con la 1100 Fiat famigliare andavo a Bologna a ritirare i libri, scaricavo quaderni a mano, li stoccavo in cantina.
Seguivo personalmente le cartolerie del comprensorio. A Cesena allora c’erano tantissimi negozi specializzati dove portavo i miei quaderni. Quanta carta da lettere e cartoline ho venduto! Sono sempre stato ambizioso e puntavo a crescere e a migliorami.”
Così che nel 1982 è nata Minerva Gross Snc dedicata alla vendita all’ingrosso. “Ho acquistato il primo magazzino di 2.000 mq che, ai tempi, sembrava impossibile da riempire. Erano gli anni dell’inflazione a due cifre (25%), mio padre ed io ci siamo buttati in questo azzardo. Era nato da poco mio figlio Michele, nel 1980 avevamo acquistato il negozio in centro e poi gli investimenti per il nuovissimo magazzino. Non ci dormivo la notte! La fatica è stata tanta ma grande è stata la soddisfazione di coinvolgere i miei fratelli in questo progetto e ricordo ancora l’orgoglio dei miei genitori.”
La grande rivoluzione c’è stata nel 1995. L’avanzata della grande distribuzione organizzata (Gdo) stava togliendo importanti fette di mercato alle cartolerie. E Minerva Gross diventa fondatore, insieme a 6 grossisti italiani di cancelleria, del consorzio Pool Over, nato per far fronte alle nuove richieste del mercato, per creare dei momenti di marketing in esclusiva per i nostri cartolai. Da questo consorzio è nato il network de ‘Il Cartolaio amico’ che è stato in auge per 25 anni e che ha poi subìto una trasformazione con i negozi Tinta Unita.
Ad oggi conta 10 soci ed è il gruppo di distribuzione più importante a livello nazionale con un fatturato che si aggira intorno ai 130 milioni di euro. “Negli ultimi anni il gruppo Pool Over ha compiuto un cambio di passo e si è spostato sulla produzione del nuovo brand Tinta unita. Questo ci ha permesso di compiere una scelta distributiva rigorosa e selettiva. Il prodotto Tinta unita è solo in esclusiva per i cartolai Pool Over. Abbiamo portato il concetto di collezione moda in cartoleria. Grazie al responsabile di Pool Over Fabrizio Pandini, abbiamo realizzato le collezioni scuola, primavera e inverno curando in maniera quasi maniacale il design del prodotto.” L’ideazione e progettazione delle collezioni è a Milano. Il team creativo si confronta con una commissione di 5 soci del gruppo tra cui c’è anche Minerva 2000.
“Abbiamo voluto rinnovare la cancelleria eliminando la monotonia che per anni ha caratterizzato il prodotto di cartoleria, realizzandone di nuovi dall’estetica accattivante e dai costi contenuti,” racconta Sergio Foschi. “Ad oggi il nostro lavoro non è più solo legato alla distribuzione, ma un buon 50% del nostro operato si è spostato sulla produzione e promozione del marchio perché Tinta Unita sta diventando una fetta importate del fatturato.
(continua…)