A San Benedetto in Alpe, a poca distanza dal confine con la Toscana, si trova un luogo speciale dove le generazioni di una famiglia si sono susseguite, senza soluzione di continuità, a partire dal lontano 1822.
Scegliere uno scorcio di città, guardarlo con occhi diversi, ideare un progetto che lo sappia raccontare e condividere con le persone che lo abitano: questa è l’arte pubblica e Marcello Di Camillo.
Suonano ‘sgangherati’ per le vie del paese invocando San Crispino, il protettore dei calzolai, “perché senza di lui non avremmo le scarpe per andare in giro a suonare.”
Non chiamatelo imprenditore del gusto, ma artigiano dell’ospitalità. Nato e cresciuto in una famiglia di commercianti che gestivano un’attività di sali e tabacchi e generi alimentari – negli anni Cinquanta – ha respirato e imparato il mestiere fin da bambino.
“Prendere e partire” senza indugi. Lasciarsi alle spalle una vita troppo stretta o una delusione e andare a scoprire il mondo. Chi non lo ha mai pensato o desiderato almeno una volta nella vita?
Puntare sui grani antichi e sulle piccole filiere locali, lontani mille miglia delle logiche industriali. Continuare con amore e innovazione i mestieri di una volta, ereditati da nonni, padri, madri, zii.