Riccardo Focaccia porta avanti l’impresa di famiglia

di Roberta Bezzi, foto Lidia Bagnara
Manager dal cuore romagnolo alla guida di Focaccia Group
“Pensiamo storto per fare andare dritte le cose.” In questa frase c’è lo spirito con cui l’imprenditore cervese Riccardo Focaccia porta avanti l’impresa di famiglia, Focaccia Group Locomotive, che da settant’anni trasforma le esigenze di mobilità in soluzioni su misura. “Sono cresciuto con la convinzione che chi si si loda, si imbroda. Siamo persone normali, facciamo il nostro mestiere, altrimenti diventiamo politici. Bisogna mantenere i piedi per terra, essere realisti, per ottenere le cose.”

Quello di Riccardo Focaccia è anche un approccio alla vita che, come sostiene, “può essere diversa a seconda di come si decide di affrontarla. Ogni giorno ringraziamo per quello che abbiamo.”

E qui si avvertono anche i valori, orgogliosamente romagnoli, trasmessi da chi lo ha preceduto, che da sempre sono alla base di un modo lungimirante di fare imprenditoria. Che poi i risultati siano arrivati, e anche molto positivi, è un valore aggiunto.

Oggi Focaccia Group è leader nell’allestimento di veicoli speciali: ambulanze, ‘pantere’ della polizia o pulmini per il trasporto disabili. E anche sistemi di sollevamento di aiuto per disabili al punto che, se si prende un taxi a Tokyo o a Taiwan, è probabile che il meccanismo sia made in Romagna.

Fra l’altro, Riccardo Focaccia è noto anche per aver realizzato nel 2011 l’ormai celebre Papamobile elettrica per la visita di Papa Benedetto XVI in piazza San Marco a Venezia. Un’auto speciale che è tuttora in dotazione della Gendarmeria Vaticana. Nel portafoglio clienti c’è un buon numero di protagonisti internazionali dell’auto, quali Stellantis, Toyota, Volkswagen e altri.

D. Riccardo Focaccia, lei fa parte della terza generazione a capo dell’azienda. Può ricordare come tutto è iniziato?

R. “Grazie a mio nonno Dino, classe 1899, che non poté partire né per la Prima guerra mondiale perché era più basso del re, né per la seconda perché aveva ormai 40 anni. Dopo aver lavorato per anni come artigiano nell’officina dello stabilimento aeronautico Caproni di Predappio, nel 1954 aprì a Imola una carrozzeria di riparazione di residuati bellici, e da lì partirono le prime trasformazioni.

Negli anni Sessanta si trasferì verso Cervia e mio padre Licio prese in mano le redini di quella che ormai era diventata una classica carrozzeria per riparazioni.”

D. Quando e come si è verificato il fondamentale passaggio verso l’allestimento di veicoli speciali?

R. “Dopo una fase di prime sperimentazione negli anni Settanta, è stato nei successivi due decenni che abbiamo intravisto nuove opportunità di mercato, creando molteplici allestimenti per il tempo libero, per le regie mobili e per lavori particolari. Verso la metà degli anni Novanta sono entrato in azienda e, a partire dalla grande esperienza con il legno, il ferro e l’elettronica, ho valutato quale settore di allestimenti speciali meritava un investimento particolare.

Ho pensato in primis al trasporto disabili con un piccolo sollevatore per carrozzina, dove l’artigianalità è essenziale. Poi ho scoperto altri ambiti fino alle polizie locali che richiedevano per esempio uffici mobili ben fatti. Grazie alle varie richieste dei clienti, abbiamo avuto modo di divertirci.”

D. Arrivando ai tempi più recenti, impossibile non ricordare le ripetute crisi. Come siete riusciti ad affrontarle?

R. “Gli ultimi vent’anni sono stati tosti, abbiamo assistito alla chiusura di decine di concorrenti. Per quanto ci riguarda non ci siamo mai distratti e siamo riusciti a mantenere decine di allestimenti per trasporto disabile, polizie locali e nazionali, dal trasporto merci al trasporto persone.

Abbiamo puntato molto all’industrializzazione, per dare una risposta ai volumi richiesti dal mercato, crescendo anno dopo anno. Oggi 320 persone lavorano per Focaccia Group che ha due sedi: la prima a Cervia e la seconda a Chivasso, nell’ex fabbrica Lancia e Abarth, la più grande d’Europa, a seguito dell’acquisizione della Nct.

Lavoriamo molto con le flotte e le case produttrici che ci hanno sempre scelto per quei lavori che loro non possono fare in serie. In definitiva, abbiamo portato avanti le ‘nicchie’, dimostrando sempre serietà e umiltà, senza mai pensare di essere arrivati.”

D. Puntare ai 100 milioni di euro di fatturato è realistico?

R. “Dopo i 50 milioni del 2024, quest’anno chiuderemo intorno ai 77-80 milioni, quindi ci arriveremo in un paio d’anni. Ci tengo però a precisare che non sono solo i numeri a fare la forza, quanto i margini economici, la soddisfazione del cliente, altrimenti il rischio è che sia solo più grande il botto che si farà.

Abbiamo passato gli ultimi tre anni a investire e ad allargarci e oggi possiamo dire di essere i più grandi di tutti. Basti pensare che abbiamo siglato un accordo per fornitura di circa 17.000 veicoli a basse emissioni con Poste Italiane per ammodernarne la flotta.”

D. Dal suo punto di vista, Riccardo Focaccia, la vera grande sfida del prossimo futuro resta l’export?

R. “Sì. Esportiamo solo il 10% delle nostre produzioni, quindi questa è la montagna da scalare. A breve ripartiremo, grazie anche alla filiale in Svizzera con mia sorella, ma operando in modo diverso dall’Italia, ossia senza arrivare al cliente finale ma collaborando con aziende che ci aiutino a capire le esigenze specifiche di mercato.

Quando si fanno allestimenti speciali di nicchia, bisogna sapersi adattare, essere camaleontici come è nella natura romagnola.”

D. Quando ‘costa’ sviluppare un prodotto?

R. “Molto, soprattutto in termini di sacrificio mentale. Per questo, a volte, diciamo di no. Chi si rivolge a noi, deve capire ciò che c’è dietro il nostro lavoro e apprezzare la nostra specializzazione. L’anno scorso abbiamo realizzato Lamborghini Urus, un allestimento per la Polizia Stradale.

Ci era stato chiesto di vender loro gli allestimenti, ma abbiamo rifiutato e abbiamo voluto l’auto da allestire in collaborazione con i loro tecnici, fino alle prove su strada. Un bell’orgoglio per noi.”

D. La vostra Papamobile è stata a lungo usata anche da Papa Francesco…

R. “Sì. Quando nacque mio figlio, ho ricevuto una lettera dal Papa, una benedizione in più. Continuiamo a fare le assistenze e le vetture per la Gendarmeria, speriamo di conquistare il paradiso.”

D. Dario Fo invece vi commissionò il sollevatore Fiorella nel ’95, che ha sancito il vostro ingresso nel settore delle soluzioni per la mobilità delle persone in carrozzina…

R. “In realtà, fummo noi a presentarci all’artista fresco di premio Nobel. Al Maurizio Costanzo Show disse che non sapeva come spendere quei 2 milioni di euro senza che venissero ‘mangiati’ in tasse. Così gli offrimmo un’opportunità e realizzammo i primi 50 furgoni per il trasporto per disabili. Pensare che oggi ne facciamo 6.000.”

D. Si può dire che ci avete sempre messo il cuore?

R. “Sì, senza si va poco lontano!”

Riccardo Focaccia porta avanti l'impresa di famiglia
In questi scatti, l’imprenditore cervese Riccardo Focaccia presso la sede di Cervia dell’azienda.
Riccardo Focaccia porta avanti l'impresa di famiglia
Pubblicato su Ravenna IN Magazine 02/25, chiuso per la stampa il 16/05/25

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