Maurizio Renzo Ermeti, presidente IEG

di Lucia Lombardi, foto Riccardo Gallini
il nuovo Presidente Di ieg Leader del Settore fieristico
A poche settimane dall’elezione a presidente di Ieg – Italian Exhibition Group, leader in Italia nell’organizzazione di eventi fieristici, incontriamo Maurizio Renzo Ermeti. Classe 1958, imprenditore del settore alberghiero ed esperto di turismo, marketing territoriale, destination management e innovazione nei settori del welcoming, Ermeti subentra a Lorenzo Cagnoni, storico presidente, di cui raccoglie il testimone.

“Avevo 35 anni la prima volta che Lorenzo Cagnoni mi chiamò, nel ‘97″, racconta Maurizio Renzo Ermeti. “Ci davamo del tu. Viserba è una ‘one nation underground’ dove tutti si conoscono e si danno del tu. Mi disse: ‘Maurizio, mi hanno detto che c’è la possibilità che entri nel Consiglio di amministrazione dell’ente fiera’. Mi chiese se volessi farlo e naturalmente gli dissi di sì!

Da allora, per 26 anni, sono stato al suo fianco nel Cda. Ero all’inizio della mia vita più pubblica, avevo fatto 4 anni di esperienza, dal 1994 al 1997, come presidente in Adria Congrex, ed ero appena diventato presidente dell’Associazione albergatori, quando mi è arrivata quella telefonata.”

D. Maurizio Renzo Ermeti, cosa ha rappresentato per lei Cagnoni? 

R. “È stato un grande mentore per il modo di porsi di fronte alle questioni importanti che dovevamo affrontare con la determinazione di doverle risolvere. In Consiglio di amministrazione bisognava sempre trovare molte soluzioni. La primissima esperienza, un ‘test’, è stata l’ideazione del nuovo quartiere fieristico.

In città c’era una discussione infinita sull’opportunità di costruire una sede nuova o ampliare quella vecchia, quando all’interno del Consiglio la visione era quella di uscire dal mondo dell’anonimato per entrare nella competizione dei grandi quartieri fieristici. Avevamo questa consapevolezza che al di fuori non c’era e, quindi, battaglie su battaglie per vincere le resistenze.

C’era poi il tema dell’investimento. Alla fine ce l’abbiamo fatta: Rimini ha deciso la location per la nuova fiera e noi abbiamo creato il modello di business per realizzarla. Non avevamo ancora messo la prima pietra del cantiere che già in Cda discutevamo del nuovo Palazzo dei congressi.”

D. È stato uno sprone continuo a guardare avanti e a sognare in grande per lei. Un buon maestro riesce a tirar fuori il meglio dai propri delfini… 

R. “Non so se lo sono stato ma lui per me è stato di certo un maestro. Era molto riservato, non ha mai lasciato intendere che ci fosse una persona privilegiata, ma ogni volta che c’era un problema o bisogno di un confronto, avevo libero accesso al suo ufficio. Per sei anni sono stato vicepresidente, non si può dire che non mi sia stato vicino come mentore.

Poi c’è stata la fusione con Vicenza e la quotazione in Borsa. Negli ultimi anni ci siamo aperti alle fiere e alle acquisizioni internazionali e, come ultimo atto, c’è stato quello di concepire un nuovo piano industriale ambizioso. Ora spetta a me, con il Cda, all’amministratore delegato e ai miei collaboratori il compito di doverlo portare avanti.” 

D. Qual è questo piano, Maurizio Renzo Ermeti

R. “È molto articolato, spicca la volontà di ampliare le dimensioni del quartiere fieristico di Rimini e di Vicenza. Ciò che più mi ha influenzato di Cagnoni è stata la determinazione a perseguire gli obiettivi e non ho fatto fatica perché sono simile a lui in questo.”

D. Quali doti e difetti si riconosce? 

R. “Coincidono (sorride, Ndr). Sono socievole, mi piacciono le relazioni interpersonali ed è una caratteristica che mi ha aiutato nel percorso imprenditoriale. Mi definirei un innovatore, mi piace proiettare le cose oltre la loro essenza, non mi è mai piaciuto stare fermo e godere di ciò che c’era già.”

D. Maurizio Renzo Ermeti, i collaboratori come li sceglie? 

R. “Per la passione che mettono in ciò che fanno, perché le competenze si acquisiscono ma il piacere di farle no. Io ho sempre avuto la fortuna di fare ciò che nella vita mi piaceva, se si crede nel lavoro la vita migliora.”

D. Si è mai chiesto cosa avrebbe potuto fare di diverso? 

R. “Da adolescente avevo due passioni: la musica, suonavo la batteria nella mia band, e i motori. A 15 anni avrei voluto fare il campione di motocross, pensavo a un futuro sportivo o musicale, ma l’attività di famiglia era presente quotidianamente e io ero utile agli obiettivi dei miei genitori. Così, mettendo in moto la mia parte creativa, ho pensato che lavorare nel turismo fosse bello per la varietà di situazioni che ti propone.”

D. Quali? 

R. “La multisettorialità del campo d’azione. Per capire il turismo devi comprendere tutto il sistema che ruota attorno alla destinazione: ti devi appassionare a urbanistica e ambiente, a tutto ciò che realizza un prodotto turistico.” 

D. Quali altre passioni ha? 

R. “Design e architettura. È stato un innamoramento perché sono due discipline che richiamano la creatività che per me è essenziale, quindi da 20 anni ho cominciato a farne una passione che continua ancora oggi.

In giro per il mondo, in tutti i luoghi in cui andavo, osservavo gli alberghi, i modelli di gestione e tutto ciò che c’era intorno, organizzazione delle città, dei territori, della mobilità, e tutto ciò che aveva a che fare con la mia attività. Dai 20 ai 35 anni ero molto cambiato ed era iniziata a mutare la mia attività professionale di albergatore.”

D. In che modo?

R. “Con i miei fratelli avevamo iniziato a organizzare le attività non più in modo tradizionale, cercando di costruire una struttura di tipo aziendale. Così siamo usciti dalle specifiche attività operative degli hotel e ci siamo preoccupati di far crescere sempre le nostre aziende, con nuove acquisizioni, con la trasformazione e l’edificazione di altri alberghi.

Oggi siamo arrivati ad avere un piccolo gruppo di 6 alberghi, tra Rimini e San Marino, e circa 200 collaboratori, con un valore, che abbiamo sempre messo nella mission aziendale, di curare i rapporti umani con i collaboratori, aiutarli a costruire i loro percorsi di crescita con l’obiettivo di dare nuove opportunità.” 

D. Si è occupato anche del Piano strategico cittadino… 

R. “Dal 2007 guidato dalla passione, pro bono, mi sono dedicato, insieme alle istituzioni locali, a cercare di mettere insieme gli stakeholder della città: istituzioni, mondo associativo e ordini professionali, per dar vita al Piano strategico di cui ancora mi occupo, che è stato, ed è, un importante strumento di analisi e visione di sviluppo territoriale. Il Piano è lo strumento che può supportare le decisioni delle pubbliche amministrazioni per proiettarsi nel medio-lungo periodo.” 

D. In virtù di ciò, qual è l’indirizzo che vuole dare alla fiera? 

R. “Per crescere ancora dobbiamo superare le nostre attuali abilità, e affiancare alla tradizionale capacità di fornire servizi fieristici quella di crescere nella conoscenza della cultura che permea ogni settore che presidiamo con le fiere. Così potremo essere noi a trainare la crescita delle manifestazioni fieristiche, passando dal modello attuale di ‘catalizzatore di comunità’ a quello di ‘creatori di comunità’.”

Maurizio Renzo Ermeti, presidente IEG
Imprenditore del settore alberghiero ed esperto di turismo e innovazione nei settori del welcoming, Maurizio Renzo Ermeti subentra a Lorenzo Cagnoni, di cui raccoglie il testimone.
Maurizio Renzo Ermeti, presidente IEG

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